in questa pagina parlerò,insieme a voi,delle tradizioni culturali e popolari a livello mondiale.
Sono rimasto molto affascinato delle tradizioni e del modo splendido che hanno di accogliere un turista venuto da fuori,quando sono stato in Africa.
Gente meravigliosa,con la quale,grazie all'aiuto di un mio caro amico che conosce molto bene le lingua,abbiamo intrapreso un dialogo MERAVIGLIOSO e da li ho capito quanto realmente questa gente sia così sfortunata ma fortunata allo stesso momento.
Secondo un’antica tradizione latina gli Hirpi Sorani, presumibilmente sacerdoti del Monte Soratte, appaiono come lupi del monte, in rapporto ad una leggenda secondo cui assunsero pelli e modi di lupi per liberare il loro paese dai miasmi che vi erano restati dopo che branchi di lupi avevano assalito gli altari sacrificali di Dis Pater, il re dei morti, e ne avevano sottratto brani di carne.
Questa leggenda va letta nell’ambito della mitologia e delle narrazioni che fanno riferimento alle trasformazioni di uomini in animale: vestire la pelle dell’animale equivale spesso a provocare la trasformazione. Da qui deriva l’ipotesi, in alcuni casi valida, secondo la quale i miti di metamorfosi potrebbero essere stati originati da alcune interpretazioni di comportamenti rituali e culturali, soprattutto di cacciatori e di pastori, nel corso dei quali gli operatori, vestendo pelli di animali, vengono identificati con gli animali stessi.
Effettivamente l'animale ucciso e la sua pelle usato come cibo produce una sorta di riverbero nel nostro corpo e noi assumiamo caratteristiche di quell'animale, come di qualunque cosa mangiamo: noi Siamo ciò che Mangiamo... tuttalpiù possiamo dirlo se dopo essersi cibati di carni di lupo ce ne mettiamo addosso la pelliccia: la ferinità del lupo tutta entra in noi per riverbero, vibrazioni; e anche il suo odore e tendiamo ad imitarlo... da qui forse la questio dell'uomo lupo del soratte o degli hirpi sorani che altro non erano che sacerdoti del dio Apollo Soranus...
Apollo Soranus deriva poi dallo stesso culto del sole: ricercando altre divinità simili mi sono imbattuto nella dea Sirona: dea gallica associata ai santuari di sorgenti termali e vapori (come Soranus e lo stesso Soratte: i miasmi della leggenda altro non sono che vapori termali)... andiamo all'etimologia del nome Sirona/Soranus: deriva dalla stessa radice di Siro (la famosa stella), radice greco/latina (seiros GRC o sirius LAT: Splendente, ardente ma ancora prima dal Vedico Svar- sverius: Sole e anche GRC Seir: Sole) che indica familiarità con l'astro solare.
Quindi Soranus e i suoi sacerdoti altro non erano che un culto di una divinità solare che stava sul monte Soratte e veniva adorata con l'usanza di accendere fuochi durante il solstizio d'estate e camminare sopra le loro braci (purificazione oltre che spirituale anche chimica!) ora spostata un mese prima alla madonna di maggio dove si accende l'intera montagna!
Dopo aver visto il documentario su gli Hirpi Sorani e Sant'Oreste io ed Eug abbiamo ricercato altre feste tradizionali che riguardavano bestie. Ci siamo così imbattuti nella festa dei Cervi di Castelnuovo a Volturno dove si descrive un rituale di inizio primavera dove partecipavano: il cervo e la cerva, protagonisti della festa; un "Maone" che significa "grande mago", ipotetica figura Druidica; diverse "Janare" che significa streghe o antiche sacerdotesse di Diana; i "Lupi Mannai" che suonano tamburi e zampogne e sono molto simili ai lupi di Soranus; e Martino che rappresenta la Chiesa Cristiana contro i culti pagani, che alla fine della festa caccerà tutti via con il bastone pastorale.
Ci siamo stupiti che in una festa ci fossero tante figure zoo-antropomorfe (mezzi uomini, mezzi animali). Andando a studiare i caratteri ci rendiamo conto che si tratta di un corteo di cultisti pagani. Nelle culture antiche, a livello spirituale, varie comunità erano gestite da un solo Capo spirituale (che noi chiamiamo abitualmente Druido, ma che non va per forza inteso come il Druido anglosassone), mentre al suo servizio erano sparse nel territorio varie sacerdotesse. Martino è probabilmente una figura che è stata aggiunta dopo con la Cristianizzazione della zona. Il Cervo e la Cerva sono probabilmente la rappresentazione degli dei o comunque della fertilità della natura o dei boschi circostanti. Ma i Lupi Mannai???
Poichè sono straordinariamente simili agli Hirpi Sorani abbiamo pensato: e se fossero proprio gli Hirpi Sorani???
Abbiamo così ipotizzato che i sacerdoti del Sole del monte Soratte eseguissero un pellegrinaggio fino a Castelnuovo per officiare alla festa propriziatoria. C'era poi questa similitudine e assonanza così forte anche con la festa dell'Orso di Jersi, una festa che ha perpetuato fino alla seconda guerra mondiale e che hanno ripreso a eseguire dal 1993 grazie all'interessamento di antropologi e studiosi.
Così andiamo su Google Maps e cerchiamo i tre paesi delle tre feste: Sant'Oreste, Castelnuovo a Volturno e Jersi, e cosa andiamo a scoprire??? si trovano su una linea retta! Ma c'era qualcosa che non andava.... la distanza tra Sant'oreste e Castelnuovo è il doppiodi quella tra castelnuovo e Jersi. Così uno dice tra sè per scherzo: ma magari ci stava una tappa anche qui, tra Sant'Oreste e Castelnuovo...
e troviamo le interessanti località di Avezzano, Sora e Cocullo (che formano un triangolo attorno ad una enorme piana ricca di acqua) dove si festeggiano i Serpari: si ricopre la figura del santo con Serpi di vario specie e si passa in processione attorno al paese. Queste località si trovano circa alla stessa distanza che divide Castelnuovo e Jelsi.
CULTURA E TRADIZIONI - GIAMAICA
L’arte giamaicana è un vero mix di culture e tradizioni diverse (e questo si può vedere ancora oggi nella produzione artigianale degli abitanti dell’isola, di buon livello) e risente moltissimo dell’influenza dell’arte africana, di quella Arawak, la vecchia cultura dell’isola che ha lasciato numerose testimonianze grazie alle incisioni rupestri, e di quella europea, soprattutto inglese e spagnola.
Ma ciò che ha contribuito enormemente a diffondere il nome di questa isola dei Carabi nel mondo è sicuramente la musica, grazie a ritmi di successo mondiale come il calypso, lo ska (una fusione di r’n’b e ritmi tropicali) e soprattutto ilreggae, vero e proprio sinonimo di Giamaica. Infatti fu proprio Bob Marley a portare il paese alla ribalta mondiale quando, negli anni ’70, insieme al suo gruppo, i Wailers, portò al successo planetario canzoni come One love, No woman no cry, Get-up Stand-up, Could you be loved e Redemption song.
Costituito da un mix di allegria, atmosfere tropicali e rabbia sociale, il reggae di Marley si impose come fenomeno mondiale e fece le fortune della casa editriceIslands, che con Chris Blackwell fu la prima a credere nelle potenzialità di questo artista, e che in cambio ricevette milioni di dischi venduti. Infatti ancora oggi, a quasi venticinque anni dalla scomparsa di Marley, morto per un cancro in un ospedale di Miami nel maggio del 1981, i suoi album sono tra i più venduti al mondo.
Ma oltre alla musica, tra l’altro bellissima, quello che rese famoso Marley furono i suoi testi e il suo impegno sociale, l’artista infatti per primo diede voci a popoli oppressi da secoli, come le nazioni più arretrate dell’Africa, e seppe al tempo stesso cantare l’amore per la moglie Rita (tra l’altro una delle “I Trees”, le coriste del gruppo) in maniera semplice e spensierata. Altri artisti di rilievo nel mondo del reggae sono sicuramente Peter Tosh, che agli inizi suonava con Marley e con il quale scrisse il testo di Get-up Stand-up, e Jimmy Cliff. Il reggae ha inoltre influenzato numerosi gruppi non giamaicani, come i Police e gli UB40.
La Giamaica vanta una buona tradizione nel campo dello sport, soprattutto in quello dell’atletica leggera, infatti i suoi velocisti e i suoi saltatori hanno sempre raggiunto grandi risultati ai giochi olimpici, come nel caso di Marlene Ottey. Oltre all’atletica in Giamaica vanta un grande seguito il cricket, sport importato dall’Inghilterra.
La lingua ufficiale è l’inglese, anche se la maggior parte della popolazione parla slang come il patois, La religione più diffusa è quella protestante, anche se ovunque sono praticati riti di origine africana ed è molto diffuso il rastafari, la religione di origine etiopica portata alla ribalta mondiale da Bob Marley.
La Cina non è un paese, è un mondo differente, che racchiude una
notevolissima varietà di panorami ed ha una storia che si estende nell'arco di
più di cinquemila anni.
Racchiude una notevolissima varietà di panorami: si va dai quasi 9.000 metri
dell'Everest alla depressione di -154
metri dell'oasi di Turfan nel Xinjiang. Il territorio si può immaginare come
una scalinata composta da 3 gradini, il più alto dei quali é a Ovest ed é
rappresentato dall'altopiano del Qinghai-Tibet.
Ha una storia che si estende nell'arco di più di cinquemila anni ed è uno dei paesi di più antica civiltà. Il suo estesissimo territorio è ricco di ameni paesaggi, di monumenti archeologici di inestimabile valore artistico, di palazzi reali, giardini rigogliosi e sepolcri monumentali, testimonianze delle grandiose dinastie che hanno regnato su questo territorio dagli orizzonti lontani. La sua popolazione, incrocio di diverse etnie con i suoi costumi e le sue tradizioni, ne fa una meta di grande fascino per ogni viaggiatore.
Ripensiamo ai tempi di Marco Polo per seguire i 7000 km della Via della Seta, ripercorrendo un’antica storia di oltre duemila anni. . Lungo questa strada si trovano numerosi monumenti storici e il paesaggio naturale è affascinante e pittoresco: l’Esercito di Terracotta, considerato l’Ottava Meraviglia del Mondo, schierato a guardia della tomba del primo imperatore della Cina; le grotte Mogao, conosciute anche come il “tesoro dell’arte orientale” o le “Grotte dei Diecimila Buddha”; l’antico stato di Loulan, nel deserto; le Montagne Fiammeggianti, che sotto la luce calda del sole sembrano lingue di fuoco; la Valle dell’Uva a Turpan dove si trova la famosa uva senza semi; l’Isola degli Uccelli sul lago Qinghai, il più grande della Cina.
La regione del Tibet ospita il famoso Potala, nella città di Lhasa, edificio costruito ad una delle più alte latitudini del mondo dove vivevano i Dalai Lama: palazzo reale, tempio, fortezza e monastero, con la sua lunga storia, gli inestimabili capolavori d’arte ed i suoi ricchi tesori, è il simbolo dell’arte architettonica e della prospera cultura tibetana.
E che dire della Grande Muraglia Cinese, lunga 6000 km. Essa è infatti l'unica opera umana visibile dallo spazio. Fu tenuta in buono stato fino al’500. Anche altre città sprigionano un fascino misterioso: Pechino, Shangai, Hong Kong. Ogni angolo della Cina racconta millenni di storia, per visitarla tutta occorrerebbero dei mesi ma non basterebbero comunque.
Ha una storia che si estende nell'arco di più di cinquemila anni ed è uno dei paesi di più antica civiltà. Il suo estesissimo territorio è ricco di ameni paesaggi, di monumenti archeologici di inestimabile valore artistico, di palazzi reali, giardini rigogliosi e sepolcri monumentali, testimonianze delle grandiose dinastie che hanno regnato su questo territorio dagli orizzonti lontani. La sua popolazione, incrocio di diverse etnie con i suoi costumi e le sue tradizioni, ne fa una meta di grande fascino per ogni viaggiatore.
Ripensiamo ai tempi di Marco Polo per seguire i 7000 km della Via della Seta, ripercorrendo un’antica storia di oltre duemila anni. . Lungo questa strada si trovano numerosi monumenti storici e il paesaggio naturale è affascinante e pittoresco: l’Esercito di Terracotta, considerato l’Ottava Meraviglia del Mondo, schierato a guardia della tomba del primo imperatore della Cina; le grotte Mogao, conosciute anche come il “tesoro dell’arte orientale” o le “Grotte dei Diecimila Buddha”; l’antico stato di Loulan, nel deserto; le Montagne Fiammeggianti, che sotto la luce calda del sole sembrano lingue di fuoco; la Valle dell’Uva a Turpan dove si trova la famosa uva senza semi; l’Isola degli Uccelli sul lago Qinghai, il più grande della Cina.
La regione del Tibet ospita il famoso Potala, nella città di Lhasa, edificio costruito ad una delle più alte latitudini del mondo dove vivevano i Dalai Lama: palazzo reale, tempio, fortezza e monastero, con la sua lunga storia, gli inestimabili capolavori d’arte ed i suoi ricchi tesori, è il simbolo dell’arte architettonica e della prospera cultura tibetana.
E che dire della Grande Muraglia Cinese, lunga 6000 km. Essa è infatti l'unica opera umana visibile dallo spazio. Fu tenuta in buono stato fino al’500. Anche altre città sprigionano un fascino misterioso: Pechino, Shangai, Hong Kong. Ogni angolo della Cina racconta millenni di storia, per visitarla tutta occorrerebbero dei mesi ma non basterebbero comunque.
Se pensiamo alla cultura della Cina, il nostro
pensiero va immediatamente ad antichi pensatori come Confucio e Lao tzu,
immaginando che la cultura cinese sia rimasta immobile per migliaia di
anni, come se essa non avesse avuto "storia".
la Cina ha avuto una storia
culturale e filosofica ricca
almeno quanto quella dell'Occidente.
Fino al 1800 i Cinesi ritennero che la loro non
fosse " una civiltà ma
"la civiltà ": essi non avevano un termine per indicare il
loro paese ma lo definivano il "centro".
Quando cominciarono ad avere rapporti con gli
occidentali li definirono barbari come gli altri popoli stranieri.
Riconoscevano che alcune loro scoperte tecniche e scientifiche fossero interessanti,
che era anche utile avere qualche commercio, perfino apprezzavano alcune idee
ma sostanzialmente li consideravano sempre dei "barbari". Ciò
che scosse questa granitica, millenaria certezza della propria superiorità
civile fu la "guerra dell'oppio" nel1 1842. Fu allora evidente e
innegabile la supremazia europea che per i 50 anni seguenti li umiliò
continuamente : realizzarono allora che la Cina era incapace di opporsi ai
barbari venuti dall'occidente, che essi
avevano effettivamente una
civiltà più avanzata.
La Cina non è solo il paese di Confucio : è anche il
paese degli scontri e degli incontri fra un antichissima civiltà e le nuove idee importate dall'occidente.
1.
STORIA DELLA
FILOSOFIA CINESE
LE ORIGINI
I
più antichi documenti del pensiero cinese sono Shujing, Libro della
Storia; Shijing, Libro delle Odi; Yijing*, Libro delle Mutazioni;
Lijing, Libro dei Riti; Yuejing, Libro della Musica. Queste opere
contengono testimonianze storiche che coprono un arco di 1.700 anni - dal regno
del mitico Huangdi (c. 2500 a.C.) al periodo dei Regni combattenti
(480-222 a.C.). Esse costituirono l'eredità di pensiero della quale fruirono le
Scuole filosofiche sorte a partire dal sec. VI a.C.
Al
sorgere delle cosiddette "Cento Scuole" non furono estranee le condizioni
politiche e sociali del tempo. I primi storici ne hanno elencate come segue le
sei maggiori: Yin-yang Jia, Scuola cosmologica Yin-gang; Ru
jia, Scuola dei Dotti o Letterati (più nota in Occidente come Scuola
confuciana); la Mo jia, Scuola mohista; la Ming jia, Scuola dei
Nomi; la Fa jia, Scuola legalista; la Daode jia, Scuola taoista.
Importanza
primaria per la determinazione dei fondamentali concetti ebbero lo Shujing
e lo Yijing. Il primo, che può essere considerato il più antico
documento cinese di filosofia e di scienza politica, parla già della
concordanza delle cinque facoltà dell'uomo con i "cinque elementi"
cosmici ed espone l'arte della conoscenza e del governo sviluppata dal mitico
re Yu, ispirandosi alle segrete operazioni del cielo.
Lo
Yijing, o Libro delle Mutazioni, risale nella sua parte più antica alla
fine della dinastia Yin fu risparmiato dal rogo dei libri nel 213 a.C.
in quanto massimo testo sapienziale e divinatorio. L'opera, la cui incidenza
sul costume e sul pensiero cinese è difficilmente valutabile, ebbe oltre
duemila commentatori; di questi il più celebre fu Confucio che la corredò,
secondo la tradizione, delle cosiddette Appendici.
LE SCUOLE
La Scuola Yin-yang: la Scuola dette l'avvio al primo pensiero
scientifico cinese. Questo tipo di ricerca contribuì allo sviluppo della
cosmologia, dell'astrologia e delle arti magiche. Poiché le conoscenze
acquisite erano però sempre rapportate al lavoro umano (in particolare al
lavoro dei campi) e all'organizzazione sociale, esse influirono notevolmente
anche su tutto il costume cinese. Il pensatore più rappresentativo della
Scuola, Zou Yan.
La Scuola dei Letterati. Il nome di Confucio
è la latinizzazione del termine
cinese "K'ung fu tsu” operata dai Gesuiti nel 1600. Visse nel VI secolo a.C. più o
meno contemporaneo di Platone. Discendente di nobile
famiglia decaduta, fu dapprima insegnante. Dal 500 al 496 a.C. ricoprì cariche
pubbliche nello Stato di Lu, suo paese natale. Esiliato in seguito a
contrasti politici, peregrinò per tredici anni di Stato in Stato, insegnando ed
offrendo ai vari duchi, ma senza successo, le proprie idee riformiste.
Fondatore della Scuola dei Letterati e primo insegnante privato di Cina, fu il
pensatore che più d’ogni altro si rapportò ai "classici".
Per 2500
anni in Cina il pensiero di Confucio è stato un punto di riferimento costante.
In realtà il pensiero confuciano
ha avuto interpretazioni varie e contrastanti succedutosi nei secoli, ha
lottato con altri grandi movimenti di pensiero, ha conosciuto secoli
di emarginazione.
Egli
visse in un periodo in cui la Cina era divisa in vari regni in perenne
guerra fra di loro e si rimpiangeva un passato più o meno mitico in cui
invece un solo imperatore aveva mantenuto pace e prosperità in tutta la
Cina. Per Confucio quindi ordine e stabilità significano prosperità e felicità:
il suo pensiero è essenzialmente il tentativo di dare regole che
possano reggere la società.
I suoi
principi: “ Tutti debbono osservare i propri doveri verso la
famiglia, verso la società ,verso lo Stato. Tutti debbono ubbidire ai superiori
e tutti debbono agire nell'interesse dei sottoposti con giustizia e
magnanimità: soprattutto l'Imperatore, il capo supremo deve
ubbidienza al Cielo e preoccuparsi del benessere dei suoi governati”.
Avendo
sempre rifiutato lo studio delle scienze militari e non avendo alcuna pratica
di agricoltura, limitò il suo insegnamento alle lettere, alle relazioni umane,
alla giustizia e alla sincerità. La sua didattica vuole anzitutto fissare nel
discepolo i fondamenti o "radici") per dargli stabilità di carattere
e chiarezza mentale.
I
fondamenti della dottrina sono contenuti inoltre nel Daxue o Grande
Studio (o Insegnamento), nel Zhongyong o Dottrina del giusto mezzo e nel
Mengzi o Mencio.
Il
Daxue si rivolge in particolare al principe, trattando delle cinque
virtù (del sovrano, del funzionario, del padre, del figlio, dell'uomo verso il
suo simile) sulle quali si fondano la convivenza civile e il buon governo.
Il
Zhongyong è stato definito il libro della sincerità; è l’opera più
difficile: in essa si affronta il problema della condizione dell’uomo
nell’universo.,
Il
Mengzi pone l'accento sugli aspetti pratici, adattandolo alle effettive
esigenze della realtà sociale e politica. Prende così forma un pensiero
politico con accenti democratici, che assegna al popolo il primo posto. Vi è
ripetutamente affermato il principio della originaria bontà della natura umana.
Particolare rilievo ha poi la virtù della pietà filiale che è qui presentata
come il fondamento principale dell'ordine sociale.
La Scuola mohista: prende nome da Mozi
(479-381 a.C.), il filosofo che più si oppose alle teorie confuciane e che
godette al suo tempo di un prestigio non inferiore a quello di Confucio. Mozi
pose in dubbio l'utilità dei testi antichi e criticò fortemente le istituzioni
del passato. La sua estrazione sociale (apparteneva alla classe dei cavalieri)
lo indusse a proporre un modello di vita semplice e schietta. Dette alla sua
Scuola un'organizzazione di tipo militare, impegnando i suoi membri alla
fedeltà reciproca e all'ubbidienza al Gran Maestro. Questo atteggiamento lo
condusse a contestare i privilegi, dei quali aveva goduto la classe degli
aristocratici, Il suo pensiero è raccolto nell'opera che ne porta il nome (il Mozi,
diviso in 53 capitoli).
Il suo insegnamento è stato
paragonato a quello di Cristo: bisogna amare tutti gli esseri umani senza
distinzione; convinto pacifista sostenne che l'amore della propria
patria porta alla lotta contro le altre nazioni generando la guerra alla
quale egli era assolutamente e radicalmente contrario. Deprecava anche
il lusso e lo sfarzo dei potenti il cui costo ricadeva sui ceti
poveri. Prevedeva anche un castigo e un premio dopo la morte. Il suo
pensiero fu combattuto dai Confuciani che lo accusavano di distruggere i doveri
concreti.
La Scuola dei Nomi. Provenienti in
gran parte dalla categoria dei giuristi, esercitavano la professione di
consiglieri e maestri di sapienza esigendo sempre un compenso; li avvicinano ai sofisti greci.
La Scuola legalista. Denominati
"uomini dei metodo" perché ricercatori del più efficace criterio di
governo, i legalisti non furono uomini di legge. Posseduti da un forte senso
dello Stato e della pratica politica, essi furono l'espressione più coerente
del radicalismo politico e filosofico cinese. Cultori delle arti marziali,
sostenitori del centralismo politico e amministrativo e fautori di un criterio
imparziale di selezione per l'attribuzione delle cariche pubbliche, essi
propagarono il loro metodo che trovò applicazione, con esito molto
positivo per lo Stato, sotto i due sovrani della dinastia Qin (221-206). Il
massimo teorico della Scuola fu Hanfeizi (morto nel 233 a.C.), che ha
lasciato un'opera in 55 capitoli. I legalisti vennero in contrasto con i
taoisti, tenaci assertori della libertà individuale.
La Scuola taoista: Fondatore del taoismo fu
Lao-tzu o Laozi (570-490
a.C.). .); era originario del distretto di Li (Cina meridionale), lavorò
a lungo come bibliotecario e archivista alla corte degli Zhou e abbandonò infine
il lavoro e la società, partendo a piedi per l'Occidente senza lasciare più
traccia di sé. Contemporaneo
ed oppositore di Confucio. Mentre infatti il confucianesimo è
essenzialmente rivolto all'impegno civile, il taoismo invece è orientato in senso metafisico
e religioso. Il concetto essenziale è il Tao ( la via): possiamo dire che
il Tao è l'armonia del tutto, è Dio, ma in effetti è qualcosa che non
possiamo veramente comprendere. Pertanto, le regole civili e quindi anche uno stato sono
sostanzialmente un ostacolo alla libertà. Si comprenderà chiaramente come
una dottrina del genere non potesse certamente essere
accettata dall'apparato amministrativo che logicamente si rifaceva
sempre agli insegnamenti di buona amministrazione confuciana. Il Taosimo è
sempre stato vivo comunque in Cina.
LA FILOSOFIA AL TEMPO DEGLI HAN
Come
periodo storico, lo possiamo far coincidere con il nostro Umanesimo. Nella prima metà del 1600 la Cina del Ming
entra in grave crisi economica e politica: ciò permette la vittoriosa invasione
dei Manciu che nel 1644 installarono una loro dinastia, i Qing . I Manciu era un popolo marginale
dell'impero Cinese : dapprincipio i rapporti con la Cina furono di duro dominio
( ai Cinesi l'uso del codino) la dinastia Manciu durò fino alla fine
dell'impero nel 1911 e con essa in effetti ebbero rapporti gli Europei.
Alla
dinastia dei Qin, il cui breve governo aveva dato alla Cina l'unità nazionale,
una efficiente amministrazione, l'unificazione della lingua scritta, la prima
rete stradale e la Grande Muraglia, subentrò la dinastia Han (206 a.C. 220
d.C.). Questa scelse come suo fondamento etico-politico la dottrina confuciana,
che conobbe ora i primi successi fino a diventare la dottrina ufficiale dello
Stato. Per consolidare l'unificazione del Paese fu ripetuto il tentativo di
"unificare il pensiero": i testi antichi denominati collettivamente i
liuyi, ossia le "sei discipline", furono proclamati
insegnamento ufficiale e materia d'obbligo degli esami di Stato, senza impedire
però l'insegnamento privato delle teorie di altre Scuole. Si tornò quindi al pensiero
"originario" di Confucio e poi degli altri classici anche con un
grande fervore ideale e anche filologico.
Gli Europei incontrarono
la cultura cinese in questo contesto culturale e quindi la Cina potè apparire
ad essi come immobile nel tempo Ciò pero che distingue nettamene i due
movimenti è lo svolgimento storico. Il nostro umanesimo succede a un lungo
medioevo e segna l'inizio di quello sviluppo culturale e civile che portò la
civiltà europea a imporsi al resto del mondo. Invece non esiste un "medio
evo" cinese che tale non può considerarsi il periodo Ming, e il ritorno
agli Han ha segnato in effetti l'inizio di una decadenza che ha portato la Cina
agli inizi del 900 a un forte ritardo rispetto agli Occidentali.
Verso
la fine della dinastia Han si registra con il risveglio del pensiero taoista
anche la nascita della religione taoista che ebbe ben poco in comune con la
omonima filosofia. La sua incidenza sul costume popolare è stata rilevante Nel
suo seno ebbe anche origine il movimento dei "turbanti gialli" la cui
rivolta nel 184 preluse alla caduta della dinastia Han.
IL BUDDHISMO
Il buddhismo fu introdotto al tempo
degli Han nella sua forma più recente - la Mahayana - Religione
universalistica fondata sul principio dell'ordine universale - il Dharma
o "legge onnicomprensiva", il buddismo mahayana persegue l'elevazione
dell'umanità ad un certo grado di salvezza, fornendo il maggior numero
possibile di vie per il raggiungimento di questo fine. La salvezza sta nel
conformare la propria vita al Dharma, nell'estinguere il dolore che
nasce dal desiderio e dai coinvolgimenti negli affari mondani, nell'amore
indiscriminato per tutti gli esseri animati. I secoli VII-IX videro la massima
diffusione del buddhismo cinese che non riuscì tuttavia a sostituirsi al
confucianesimo come dottrina ufficiale. I conventi, sorsero numerosissimi,
esercitando sul Paese una grande influenza come centri di purificazione
spirituale e di propagazione culturale e artistica. Il contributo buddhista al
pensiero cinese è stato considerevole: basti pensare alla terminologia
filosofica che ne trasse un notevole arricchimento con conseguenze che si
ripercossero anche sulla lingua parlata e sul costume. Alcuni tra i principali
concetti sono: quello del karma o dell'insieme, dell'illuminazione o ming, del distacco dalle cose che permette all'uomo
di entrare in comunione con lo spirito universale e di identificarsi con esso
nello stato di nirvana. Il
buddismo penetrò in Cina nel I secolo d.C. al tempo in cui l'impero della
dinastia degli Han si estese fino al Pamir e aprì contatti con l'India. Per
secoli però la sua diffusione fu limitata. Solo dopo gli Han, nel periodo delle
"tre dinastie", nel V secolo ebbe ampia diffusione
divenendo la religione dominante. Verso la metà del IX secolo d. C., tuttavia
l’ eccessiva potenza raggiunta dai monasteri buddisti, provocò uno scontro
con l'autorità imperiale.
Il
concetto fondamentale del Buddha è l’illusorietà di tutta la realtà: si tratta
di una filosofia mistica, che vede il mondo come il male radicale; ciò non vuol
dire che il buddista non compia il suo dovere nella società. Il monachesimo
buddista, poi, in genere non è una condizione permanente della vita: prima di
divenire bonzo, l’uomo ha adempiuto ai suoi doveri mondani.
Non si tratta
di una religione rivelata, ma di una dottrina filosofica per di più basata
sull’esperienza personale.
Nel
complesso il buddismo veniva in contrasto con il confucianesimo. Il buddismo è
comunque una dottrina che predica la rinuncia del mondo. La tradizione
imperiale cinese, comprensibilmente, volle tornare a Confucio e lottare contro
le teorie considerate pericolose per l’impero.
LA FILOSOFIA DOPO L'EPOCA SONG
Il
crescente stato di arretratezza economica e scientifica nei confronti dei Paesi
occidentali e del Giappone, aggravò nel corso del XIX la situazione interna. I
problemi politici relativi alla crisi in atto, coinvolsero anche il mondo della
cultura. Anche gli uomini di cultura, rinunciato all’ascolto delle leggi
interiori, soggiacquero ai crescenti condizionamenti di leggi esterne prodotte
dal gioco mutevole dei rapporti economici e politici.
Quando
si rivolsero finalmente all'Occidente in cerca di idee e di guida, essi operarono
le loro scelte cedendo, oltre che alle pressioni delle grandi potenze, alla
suggestione di generiche assonanze riscontrate tra il loro pensiero
tradizionale e alcune teorie filosofiche straniere.
Quando la Cina si aprì
all'Occidente, in Europa dominava il Positivismo e altre correnti più o
meno ostili al Cristianesimo. La cultura occidentale apparve quindi ai cinesi, che
già erano in una atmosfera "laica" essenzialmente, come
una concezione antireligiosa e avvicinarsi all'Occidente significava anche il
ripudio delle tradizioni religiose.
La rivoluzione comunista
poi portò alla radicale e violenta lotta contro ogni forma di religione
vista come nemica fondamentale del proletariato.
Il primo vero rapporto
della Cina con il Cristianesimo si ebbe all'arrivo degli Europei in seguito
alle scoperte geografiche. Dalla fine del 1500 missionari cattolici si recarono
in Oriente e iniziarono un'opera di evangelizzazione accurata e profonda
raccogliendo notevoli successi tanto che sembrò che l'Oriente potesse divenire
tutto cristiano. In realtà solo le Filippine, diretto possedimento spagnolo, abbracciarono
il Cattolicesimo. In Giappone dopo un’ampia diffusione, il Cristianesimo fu
perseguitato sanguinosamente e finì con lo sparire. Il primo grande
missionario cattolico in Cina fu il gesuita italiano MATTEO RICCI . Nel 1582 egli giunse in
Cina. Si impegnò nello studio profondo della lingua e della cultura cinese di
cui divenne tanto esperto da poter confrontarsi con successo con gli
intellettuali confuciani di cui adottò anche la foggia dell'abbigliamento. Nel
1601 fu ammesso a Pechino presso la corte imperiale e fu molto apprezzato per
le conoscenze astronomiche che riportava dall'Occidente; addirittura,
fino alla fine dell'impero nel 1911, svolse la funzione di direttore della
"casa delle matematiche". In seguito, gli altri Gesuiti che seguirono
padre Ricci continuarono nella sua linea. I Gesuiti si presentavano come
partecipi della cultura cinese. Per un popolo come i Cinesi che ritenevano di
essere il "centro" del mondo la cosa era fondamentale: i Gesuiti
speravano in tal modo di convertire la Cina nel suo insieme partendo dalla
classe dirigente. Il loro atteggiamento però scatenò quello che è passato
alla storia come la CONTROVERSIA DEI RITI CINESI. I
Gesuiti ritenevano che il pensiero confuciano, e in genere i riti religiosi
Cinesi, non fossero incompatibili con il Cristianesimo. In seguito però
missionari cattolici francescani e domenicani che operavano al seguito degli
spagnoli nel sud della Cina ritennero che essi fossero manifestazioni pagane,
di indubbio valore religioso che non potevano essere assolutamente tollerate;
si ebbe allora una controversia che durò oltre un secolo.
L’ETA’ DEL
COLONIALISMO
Dopo la guerra dell'oppio
(1842), la Cina fu costretta ad aprirsi all'Occidente. Anche se gli Europei non
fecero della Cina una colonia, tuttavia essi vi dominarono ampiamente
spartendola anche in zone di influenza. In questa situazione il Cristianesimo
fece molti proseliti in Cina anche basandosi sugli aiuti economici che essi
potevano offrire ad una popolazione oppressa dalla fame e dalla miseria.
Vi fu il fenomeno doloroso dei "cristiani del riso": molti Cinesi
erano pronti a dirsi cristiani, a farsi battezzare a presenziare agli
uffici religiosi pur di assicurarsi una scodella di riso: il Cristianesimo
veniva visto come una specie di terza colonna degli Europei. I movimenti
nazionalistici furono infatti ostili. La rivolta dei Boxer alla fine dell'800
si scatenò proprio contro i cristiani cinesi perpetrando un terribile massacro
e, solo dopo che gli europei tentarono di intervenire a favore dei cinesi
cristiani perseguitati, i Boxer attaccarono gli europei stessi.
In seguito gli Europei
imposero il rispetto dei Cristiani il cui numero si accrebbe anche nella prima
parte del 900 ma restando però sempre una sorta di corpo estraneo.
MARXISMO E
MAO E LA SITUAZIONE ATTUALE
Nel 1949 dopo oltre 20
anni di guerre, il partito comunista cinese sotto la guida da Mao Zedong
( Mao Tze Tung secondo la vecchia grafia) si installa
saldamente al potere. Il marxismo nella sua versione maoista diventa quindi l’ideologia
ufficiale dello Stato fatta valere con pugno di ferro.
Si tratta del marxismo
secondo la versione di Lenin: Mao modificò il marxismo nel senso che non
ritiene che la rivoluzione sarebbe stata promossa dalla classe operaia (il cui
sviluppo era modestissimo in Cina), ma fece affidamento su quella contadina.
Quindi la rivoluzione comunista non nasce da una fase avanzata
dell’industrializzazione ma da un mondo ancora agricolo.
La condanna di Confucio
fu sempre chiara, inequivocabile da parte di Mao. Per la prima volta, dopo più
di duemila anni Confucio non veniva più considerato il filosofo da “riscoprire”
ma il nemico da abbattere.
Con l'avvento del Comunismo
nel 1949 si è avuta una lotta generale alle religioni. In particolare il
governo cinese promosse nel 1957 una Chiesa Cattolica Patriottica che rompesse
ogni rapporto con Roma vista come una alleata del capitalismo e degli Americani.
In parte i cattolici Cinesi resistettero e subirono feroci persecuzioni,
in parte si piegarono alle circostanze. Il dramma si ebbe
soprattutto durante la Rivoluzione Culturale: qualsiasi attività
religiosa collettiva di qualunque fede fu impedita; tutte le chiese e cappelle
cristiane furono sequestrate ed adibite alle più diverse attività (magazzini,
fabbriche); i preti e i vescovi furono
inviati in campi di lavoro e le suore costrette a ritornare in famiglia. Questa distruzione ha coinvolto, tutte le
Chiese cristiane e tutte le religioni.
Le conseguenze
sull'economia della "rivoluzione culturale" e in generale 'del
modello maoista furono assolutamente catastrofiche sul piano
economico e le carestie che ne seguirono provocarono la
morte di milioni di persone
Ancora vivente Mao, la
Cina iniziò a voltare decisamente pagina. Tuttavia essa non ha mai abbandonato
teoricamente il marxismo ufficiale. Nel 1989 gli studenti di Pechino
promossero un movimento fortissimo per avviare la Cina sulla via delle riforme
di tipo occidentale. Sembrò per un momento che ad economia di mercato
seguissero anche libertà e democrazia di tipo occidentale , che una
cultura liberale occidentale prendesse il posto di quella marxista. A lungo ci
fu incertezza anche nelle alte sfere politiche, l'opinione pubblica di Pechino
sembrò tutta a favore degli studenti. Invece i dirigenti fecero affluire a
Pechino i soldati in piazza Tien'ammen , che fu il luogo simbolo di una
sanguinosa repressione che si allargò in
tutta la Cina.
La situazione culturale
della Cina attualmente è pertanto veramente singolare: ufficialmente il
marxismo è ancora l’ ideologia di stato, il ritratto di Mao campeggia ovunque,
il suo mausoleo è ancora la meta di pellegrinaggi di milioni di Cinesi.
Dall'altra parte ormai il pensiero di Mao è quanto mai lontano dalla Cina
moderna tutta immersa in una economia di mercato. Tuttavia essa non
ha mai abbandonato l'ateismo ufficiale Dopo la morte di Mao si è sperato in una
normalizzazione dei rapporti con il Vaticano ma questo non è avvenuto, anche
se la libertà religiosa dei cattolici è molto più ampia.
Negli anni ’90, comunque,
la Chiesa Cattolica è risorta. Gli edifici ecclesiastici sono stati in buona
parte ristrutturati; la Bibbia viene stampata e diffusa per canali
interni; i cristiani sono prevalentemente presenti nelle campagne.
La Chiesa cattolica resta
ancora divisa in aderenti alla Chiesa Patriottica cattolica e in
fedeli a Roma (clandestini). I motivi delle divisioni sono legati solo al
rapporto col Vaticano, la teologia dei seminari "patriottici" è stata
riconosciuta come ortodossa dal Vaticano.
Altra questione spinosa è
quella della nomina dei vescovi. Periodicamente Pechino ottiene dagli aderenti
alla "chiesa patriottica" la consacrazione di nuovi vescovi del
tutto ignorando Roma; non ha giovato ai rapporti fra Vaticano e Cina
anche la beatificazione come martiri di 120 cristiani uccisi dai Boxer
intorno al 1900.
Le
esigenze del turismo spingono a mettere in primo piano la Cina tradizionale: il
turista vuole vedere l’esercito di terracotta di X’ian, i templi Ming, ecc.
Il
momento che attraversa la Cina dal punto di vista economico è un momento
magico: Shangai e Canton rassomigliano sempre di più a Boston e Chicago.
Con
il progresso economico la Cina farà rifiorire la sua millenaria filosofia e che
sarà in grado di competere culturalmente con gli Europei.
2.
I
cinesi
Indipendentemente
dall'unità culturale che rappresenta un importante elemento di coesione in
Cina, vi sono alcune differenze tra i cinesi del nord e quelli del sud così
come in Europa notiamo differenze tra popoli mediterranei e settentrionali. Si
tratta di differenze di temperamento, costituzione fisica, mentalità, cucina,
costumi, dovute ad un insieme di fattori come il clima, la diversa
configurazione del territorio e le sue risorse, le tradizioni.
L'omogeneità culturale che ha caratterizzato la Cina per secoli ci porta spesso a dimenticare l'esistenza di differenze etniche presenti sul territorio cinese, dove accanto al gruppo più numeroso costituito dagli han (i cinesi) vi sono oltre cinquanta etnie di cultura e tradizioni diverse, tra cui mongoli, uiguri, tibetani, turchi, tungusi, mancesi e molti altri.
L'omogeneità culturale che ha caratterizzato la Cina per secoli ci porta spesso a dimenticare l'esistenza di differenze etniche presenti sul territorio cinese, dove accanto al gruppo più numeroso costituito dagli han (i cinesi) vi sono oltre cinquanta etnie di cultura e tradizioni diverse, tra cui mongoli, uiguri, tibetani, turchi, tungusi, mancesi e molti altri.
Cina
settentrionale e Cina meridionale
La linea di demarcazione tra Cina settentrionale e meridionale è
idealmente rappresentata dal Fiume Azzurro (Chang Jiang), il più grande e lungo
fiume della Cina e il terzo fiume del mondo: nasce nell'altopiano del Tibet e attraversa il
territorio cinese da ovest ad est per quasi seimila chilometri. Per secoli questo
fiume, navigabile in tutto il suo percorso, ha costituito la linea di divisione
tra le terre aride e semiaride del nord e quelle fertili del sud.
Cinesi
del nord
Il cinese del nord è alto,
robusto, generoso, dotato di senso dello humour, riservato, discreto, appare
più conservatore rispetto al suo vicino meridionale, consuma anche a colazione
spaghetti e pane cotto a vapore e mostra una spiccata preferenza per l'uso di
grandi quantità di aglio in cucina, consumato anche crudo.
E’ generalmente abituato alle difficoltà, affronta con serenità le rigide temperature dell'inverno, il caldo torrido dell'estate e i forti venti carichi di sabbia provenienti dal deserto. Per secoli le risorse agricole hanno costituito la base dell'economia delle terre settentrionali; oltre all'agricoltura (grano, miglio, sorgo e altri cereali), l'uomo del nord si è dedicato alla pastorizia, all'allevamento intensivo del bestiame, e allo sfruttamento di risorse minerarie (giacimenti di carbone, ferro, petrolio, tungsteno, stagno etc).
E’ generalmente abituato alle difficoltà, affronta con serenità le rigide temperature dell'inverno, il caldo torrido dell'estate e i forti venti carichi di sabbia provenienti dal deserto. Per secoli le risorse agricole hanno costituito la base dell'economia delle terre settentrionali; oltre all'agricoltura (grano, miglio, sorgo e altri cereali), l'uomo del nord si è dedicato alla pastorizia, all'allevamento intensivo del bestiame, e allo sfruttamento di risorse minerarie (giacimenti di carbone, ferro, petrolio, tungsteno, stagno etc).
Huanghe
(Fiume giallo)
Nell'ansa del Fiume Giallo (Huanghe) lo Huang
He è il secondo fiume della Cina, nasce nel Tibet e continua il suo percorso
verso ovest per circa cinquemila chilometri. E’ navigabile solo nel corso
inferiore e spesso straripa causando inondazioni. Qui è nata la civiltà cinese.
Le prime dinastie abitavano le terre centro settentrionali e in seguito estero
il loro dominio alle regioni meridionali. La Cina settentrionale, esposta agli
attacchi e alle incursioni dei popoli nomadi, ha fornito per secoli soldati e
comandanti alle dinastie cinesi. Ancor oggi la capitale si trova nel nord:
Pechino è sede del governo centrale e delle istituzioni, e luogo di provenienza
di molti uomini politici.
Cinesi
del sud
A sud del Chang Jiang e lungo
la costa sud orientale si incontra una popolazione somaticamente diversa,
fisicamente meno robusta, di corporatura media o piccola, intraprendente,
vivace, con uno spiccato senso per gli affari e i commerci e una passione per
la buona cucina che prevede come alimento di base il riso. Le terre meridionali
sono molto fertili e il clima temperato o tropicale; la zona è attraversata da
molti corsi d'acqua e gode di una maggiore ricchezza anche per la vicinanza al
mare.
Nel sud vi è abbondanza di raccolti (riso, frutta, mais, te, caucciù, canna da zucchero), e foreste dalla vegetazione tropicale e subtropicale. Particolarmente fiorenti sono i commerci, il cui sviluppo è stato favorito anche dalla fitta rete di canali fluviali navigabili e dal maggior sviluppo delle infrastrutture.
Nel sud vi è abbondanza di raccolti (riso, frutta, mais, te, caucciù, canna da zucchero), e foreste dalla vegetazione tropicale e subtropicale. Particolarmente fiorenti sono i commerci, il cui sviluppo è stato favorito anche dalla fitta rete di canali fluviali navigabili e dal maggior sviluppo delle infrastrutture.
Nel periodo imperiale gli
imperatori e la corte, i funzionari con le loro famiglie al seguito dovettero
spesso rifugiarsi nel sud per sfuggire agli attacchi delle popolazioni
barbariche provenienti dalle steppe settentrionali. Durante il periodo
imperiale funzionari di corte erano di sovente inviati nelle province
meridionali a ricoprire incarichi ufficiali. Tutti questi fattori hanno portato
ad una mescolanza delle diverse razze e leggermente appianato le diversità che
tuttora continuano a sussistere.
LA FAMIGLIA cinese
La famiglia costituisce in
Cina il nucleo di base della società, è in famiglia infatti che comincia
l'educazione del bambino cinese futuro cittadino dello stato, attraverso
l'insegnamento delle prime nozioni riguardanti il senso del dovere e del
rispetto, la cortesia, il senso di obbligazione e gratitudine nei confronti dei
genitori e il rispetto degli anziani. In famiglia il bambino apprende i
principi che governano i rapporti sociali: il rispetto nei confronti dei
superiori siano essi parenti stretti o lontani siano essi superiori per rango. Dovrà
portare in primo luogo rispetto al padre e ai fratelli maggiori come a tutti i
membri più anziani del clan e, nella vita pubblica, a tutti coloro che ricoprono
una posizione più importante per rango rispetto alla sua.
Fondamentale il rispetto nei confronti degli anziani che si traduce in un senso di continuità e sopravvivenza della famiglia. La centralità della famiglia e l'autorità indiscussa del capo famiglia sono gli elementi portanti della morale corrente, la famiglia finisce per essere il nucleo fondamentale su cui si regge l'intera società e la sua influenza non si limita alla vita quotidiana e al clan, ma si espande a gruppi sempre più estesi sino a comprendere l'intera società civile e politica.
Sino all'inizio del secolo scorso il matrimonio veniva deciso dal clan facendo anche ricorso a mezzane. Oggi il matrimonio è quasi sempre deciso liberamente, senza interferenze da parte della famiglia. La donna continua, come nella Cina antica, a coprire una posizione importante all'interno della casa e della vita domestica, ma ad avere una posizione subordinata al marito nelle questioni più importanti, malgrado la parità con l'uomo sul piano dei diritti sia garantita dalla legge.
Fondamentale il rispetto nei confronti degli anziani che si traduce in un senso di continuità e sopravvivenza della famiglia. La centralità della famiglia e l'autorità indiscussa del capo famiglia sono gli elementi portanti della morale corrente, la famiglia finisce per essere il nucleo fondamentale su cui si regge l'intera società e la sua influenza non si limita alla vita quotidiana e al clan, ma si espande a gruppi sempre più estesi sino a comprendere l'intera società civile e politica.
Sino all'inizio del secolo scorso il matrimonio veniva deciso dal clan facendo anche ricorso a mezzane. Oggi il matrimonio è quasi sempre deciso liberamente, senza interferenze da parte della famiglia. La donna continua, come nella Cina antica, a coprire una posizione importante all'interno della casa e della vita domestica, ma ad avere una posizione subordinata al marito nelle questioni più importanti, malgrado la parità con l'uomo sul piano dei diritti sia garantita dalla legge.
·
Festa
di Primavera
La Festa di Primavera o Festa
per il nuovo anno e' la piu' importante festività del calendario cinese. Si
festeggia per le prime due settimane del nuovo anno lunare. Le case e i negozi
interamente decorati, costumi, scritte, strumenti musicali a celebrare la
ricorrenza, i cinesi intraprendono in questo periodo lunghi e faticosi viaggi.
Le celebrazioni terminano con la Festa delle lanterne in cui le strade
vengono tappezzate di lanterne multicolore, come dalla tradizione Han.
·
Festa
di Tiancang
Si festeggia nel ventesimo giorno del
primo mese lunare. La festa, dedicata a Tiancang, e' propiziatoria per i buoni
raccolti dell'anno da parte dei contadini cinesi.
·
Festa
della nascita di Guanyin
La divinità di Guanyin, probabilmente la
piu' importante del Cina, è celebrata, maggiormente nei templi taoisti, il
diciannovesimo giorno del secondo mese lunare.
·
Festa
del 4 e 5 aprile
Il Festival Qingming è la festa
dei morti, il tempo della visita alle tombe degli antenati e delle celebrazioni
dei defunti.
·
Festa
delle barche in forma di drago
Il quinto giorno del quinto mese lunare,
in giugno o luglio, le gare delle barche in forma di drago vengono organizzate
per celebrare il poeta Qu Yuan. Le celebrazioni più famose e spettacolari
avvengono a Yueyang nello Hunan e a Hong Kong.
·
Festa
lunare
Il quindicesimo giorno dell'ottavo mese
del calendario lunare, settembre o ottobre, i cinesi celebrano la luna in una
festa nota anche con il nome di Festa della metà dell'autunno. E' tempo
di riunioni familiari con fuochi d'artificio, lanterne e i celebri Dolci della
luna, biscotti con zucchero, sesamo e nocciole.
·
Festa
del doppio 9
Il "9" è il numero associato
allo yang, principio dell'energia maschile. Il nono giorno del nono mese
del calendario lunare vengono celebrate le qualità associate al principio, quelle
dell'assertività e della forza, oltre che essere il tempo della distillazione
delle bevande alcoliche.
·
Festa
di Confucio
La nascita, il 28 settembre, di Confucio
è celebrata in tutti i templi del confucianesimo. Di particolare interesse una
visita a Qufu, nello Shandong, dove, nella patria di Confucio, vengono
organizzate importanti ed elaborate cerimonie commemorative.
In ambito culturale il Giappone è
“figlio” della cultura Cinese .Dal I secolo a.C. i Giapponesi avevano contatti
con la Cina tramite i commerci, ma fu nella seconda metà del VI secolo che si
resero conto dei vantaggi che avrebbe portato avere contatti frequenti con una
civiltà ricca potente ed avanzata come lo era quella Cinese.
Ciò avvenne poiché solo in quel
periodo il Giappone raggiunse un
determinato livello culturale che gli permise di valutare quanto accadeva
intorno a sé , e soprattutto poiché a quel periodo coincide un evento di notevole
importanza : la diffusione nell’arcipelago del Buddismo. Esso ,originario
dell’India ,si diffuse lentamente in Cina dalla quale partirono diversi
missionari alla volta del Giappone . Molte persone affascinate da questa
nuova religione si recarono in Cina per approfondirne la conoscenza , così si creò una vera e
propria moda di andare a studiare in Cina, non solo per il buddismo, ma anche
per altre arti e discipline, e tornando in patria divenivano maestri di quella
determinata disciplina o arte diffondendola in gran parte del paese.
Il Giappone così divenne quasi
come una miniatura della Cina :
infatti ne assorbì la scrittura (kanji) ,di tipo pittografica , l’arte , persino
la politica.
I Giapponesi tentarono di
adattare ,dopo aver diviso il territorio in sessantasei provincie, divise a
loro volta in contee e villaggi, il sofisticato sistema di tassazione di
proprietà terriera Cinese che consisteva nel distribuire territori di eguale estensione
per ogni famiglia, la quale doveva pagarlo in prodotti agricoli ,e in denaro,
tutto basato su dati ,ed ispezioni territoriali. Questo sistema non aveva avuto
successo in Cina, tanto meno in Giappone dove i nobili non vedevano di buon occhio
il fatto di lasciare lo sfarzo della corte per andare nelle provincie ad
assumere l’incarico che veniva affidato loro e quindi molto spesso le provincie
si trovavano sotto la supervisione di un ricco possidente della zona , o
venivano lasciati nell’incuria più totale.
La maggior parte dei mutamenti nell’economia,
nel governo e nella vita, che avvennero durante il periodo che va’ dal VI
secolo al IX in Giappone furono narrati in codici di stampo cinese. Infatti i
giapponesi appresero dalla Cina , che uno dei principali compiti del governo
fosse quello di compilare accuratamente
gli eventi storici che successivamente sarebbero serviti come guida
politica. Così nacquero due importanti
opere storiche ,il Kojiki e il Nihon shoki.
Esse contengono anche dei brani mitologici che narrano vicende
fantastiche della corte Yamato, famiglia regnante del tempo, creati per
accrescerne il prestigio.
Il grande entusiasmo giapponese
per la cultura continentale durò sino a metà del IX secolo , in cui ,nonostante
tutto ciò che fosse cinese godeva di grande prestigio, si sentì il bisogno di
avere una cultura nazionale. Il Giappone aveva raggiunto una maturità culturale
che ,invece di assorbire nuovi elementi, gli permise di adattare ed elaborare
tutto ciò che era già stato acquisito.
Uno dei segni più evidenti di
questo cambiamento fu la modificazione ed elaborazione del sistema di
scrittura.
Ai kanji ,ovvero gli ideogrammi
cinesi, furono aggiunti tre gruppi di simboli appartenenti al nuovo
metodo di scrittura :i kana, gli hiragana, e i katakana.
I kana sono gli ideogrammi
giapponesi che corrispondono foneticamente alle sillabe ;gli hiragana
vengono usati per le flessioni e per tutto ciò che non può essere espresso
correttamente con i kana ; ed i katakana vengono usati per scrivere i nomi
stranieri.
La scrittura giapponese per molto tempo venne
considerata rozza , quindi gli uomini
colti scrivevano in cinese e il giapponese fu utilizzato dalle dame di corte
(poiché il popolo era analfabeta), tra le quali nacque una vera e propria mania
di scrivere brevi poesie, quasi tutte centrate sull’amore, che presero il nome
di tanka che seguivano il modello rigido
di trentun sillabe per ognuna di esse. Questa fioritura dei tanka costituì il
primo e vero esempio di letteratura giapponese.
Insieme a questa fioritura della
letteratura vi furono notevoli cambiamenti anche in altri campi , pittura ,
scultura ,ed architettura iniziarono a presentare caratteri tipicamente
giapponesi. I giapponesi si mostrarono particolarmente abili nella pittura
astratta , e in quella narrativa su rotoli di carta. Nell’architettura crearono
edifici che si inserivano nell’ambiente naturale ;anche nella politica
elaborarono nuovi sistemi.
In definitiva dal IX secolo il
Giappone iniziò ad evolversi ed a formare una delle culture più particolari ed
affascinanti del mondo che si conservò a lungo grazie al suo isolamento
geografico.