Il Viaggio Immaginario: Itinerari

Itinerari

Bentrovati cari lettori!In questa pagina vi daremo le informazioni dettagliate di qualsiasi città europea e mondiale,consigli dei nostri carissimi lettori,in modo tale da affrontare il proprio viaggio conoscendo già le basi!

Buona permanenza e buona lettura!

VIAGGIO IN BRASILE


Snodato lungo buona parte dell'America del Sud, il Brasile affascina i visitatori da almeno 500 anni. Spiagge di sabbia bianca, piene di palme e bagnate dal blu dell'oceano Atlantico, percorrono il paese per oltre 7000 km. A punteggiare il litorale, isole tropicali indimenticabili, metropoli percorse dalla musica e incantevoli città coloniali. Nell'entroterra il Brasile offre scenari spettacolari: maestose cascate, canyon di roccia rossa, fiumi dalle acque cristalline, sono solo alcune delle bellezze naturali. Il turismo in Brasile è attratto dalle famose Amazzonia e Pantanal, paesaggi naturali che ospitano alcune delle più grandi biodiversità del pianeta.


Kayak, rafting, trekking e snorkeling e surf sono solo alcuni modi per trascorrere una giornata durante la vacanza in Brasile. 
Il turismo in Brasile è concentrato nelle città più attraenti del paese, senza dover necessariamente aspettare il carnevale per incontrare la musica, la danza e i colori che popolano le vie di ogni città. La flora e la fauna di questo posto lo rendono una delle migliori destinazioni del pianeta per gli amanti della natura.



Il turismo in Brasile è concentrato soprattutto nei mesi da dicembre a marzo, quando il paese viene popolato dai visitatori di tutto il mondo ma anche locali (le scuole infatti sono chiuse) ed è il periodo più festoso dell'anno.

VIAGGIO OTRANTO

Se in previsione delle tue prossime vacanze estive hai prenotato in un Bed and Breakfast a Otranto, devi sapere che questo piccolo centro del Salento, racchiude in sé tutta una serie di caratteristiche che lo rendono assolutamente speciale ed unico

Un luogo ideale per chi vuole trascorrere delle giornate di vacanza all'insegna delle bellezze naturali, come il mare e le spiagge incontaminate qui presenti, senza rinunciare al divertimento.

Ad Otranto infatti, come in ogni piccolo paese del Salento, durante il periodo estivo, e non solo, vengono realizzate tutta una serie di feste ed eventi, che coinvolgono appieno non solo la popolazione locale ma anche e soprattutto i tanti turisti, che giungono in zona proprio per prendervi parte.

Dei momenti di incontro che trasmettono a chiunque l'amore e l'attaccamento che i salentini nutrono verso le proprie tradizioni, radicate irreversibilmente nella storia di questa antica terra.
Vediamo quali sono le più importanti:

Festa dei beati Martiri Idruntini

Si tratta della festa in onore dei protettori della città. Si svolge nei tredici giorni che iniziano a partire dal 31 di luglio, data nella quale avviene una solenne esposizione nella bellissima Cattedrale, dell'urna dei Martiri.

Il tutto culmina il 13 di agosto, quando viene ricordato e commemorato l'eccidio di Otranto, attraverso un solenne pontificale ed una processione che attraversa le strade del centro.

Celebrazioni che vengono accompagnate da esibizioni musicali, luminarie e spettacoli pirotecnici. Davvero molto suggestiva.

Festa della Madonna dell'Altomare

Viene celebrata la prima domenica di settembre e prevede l'accompagnamento della statua della Vergine verso il molo, da parte dei pescatori locali.

Arrivati in questa zona si procede poi con una suggestiva processione in mare, grazie ad un peschereccio che accoglie la statua, seguita da un corteo di piccole barche che si dirigono verso il porto. Anche in questo caso il tutto è accompagnato da luminarie, musica locale e fuochi d'artificio.

Alba dei Popoli

Proprio a cavallo tra la fine dell'anno vecchio e l'inizio del nuovo, si tiene ad Otranto questa manifestazione all'insegna dell'arte, della musica, della cultura e dello spettacolo.

Un evento che va ad accentuare ancor di più il ruolo di Otranto come crocevia di culture ed intreccio di civiltà, celebrando il legame tra la Puglia e la civiltà mediterranea, all'insegna del “primo sorriso del sole” per il nuovo anno.

Una serie di eventi da non perdere, che renderanno la vostra vacanza, estiva o autunnale, davvero unica e suggestiva, a contatto con la parte più vera del Salento.

VIAGGIO A TONGA

Lo stato di Tonga è attraversato proprio dalla linea del tempo: mentre nella vicina Samoa è sabato e ci si gode il sole in spiaggia, a Tonga è già tempo della preghiera della domenica. Come è comunemente detto dai turisti che visitano questa isola, Tonga è il punto d'inizio del tempo. Altri, invece, osservando il comportamento pacato degli abitanti, la ritengono l'isola dove il tempo si ferma. Entrambe le affermazioni sono vere in un certo senso, perché Tonga è un paese dove le antiche tradizioni affiancano le ultime novità della vita moderna. 
Chi visita Tonga incontra un'esperienza diversa, dove lo snorkelling e le immersioni offrono scenari incantevoli, soprattutto per la possibilità di vedere da vicino le balene. Il gruppo di isolette Ha'apai offre ai turisti di Tonga bianche spiagge deserte, barriere coralline con gli esemplari più rari, e la tranquillità più assoluta. 
Ci sono anche molte opportunità per visitare l'isola a piedi, o nei sentieri immersi nel verde delle 170 isolette che circondano il paese.  
I viaggi organizzati offrono ai turisti di Tonga un'ottima occasione per visitare l'isola e le principali attrazioni. Si possono combinare anche i tour a bordo di minibus e in barca per le isole esterne. 
Come Samoa, anche Tonga è sulla linea dell'equatore quindi gode di un ottimo clima per tutto l'anno. La temperatura media è attorno ai 26,5 C° nelle zone costiere e tende a diminuire di qualche grado man mano ci si avvicina all'entroterra. Tuttavia, il periodo migliore per visitare Tonga è durante la stagione secca da maggio a ottobre.

VIAGGIO A SAN PAOLO


San Paolo, una delle più grandi metropoli del mondo, espande la sua fitta ragnatela su tutto il Sud America. Anche se la città non è pervasa dalla bellezza naturale di Rio de Janeiro, Sampa - come viene affettuosamente chiamata - ha molto da offrire. Viene definita la capitale culturale del Brasile perché offre una fitta schiera di appuntamenti con musica, teatro, ballo e musei di primo ordine. I nightclub, i bar e i ristoranti sono tra i più rinomati del paese.

Anche se è stata fondata nel 1554 dai gesuiti, San Paolo è rimasta una colonia stagnante per molto tempo. Si dovrà aspettare il XIX° secolo, infatti, perché la città di San Paolo inizi ad emergere dalle sue ombre e un secolo più tardi, una moltitudine di immigrati giunti fin qui in cerca di lavoro da tutto il mondo renderanno questa città una delle più industriali di tutto il sud America, oltre alla più ricca culturalmente.
Durante il viaggio a San Paolo è d'obbligo una visita al grattacielo di Banespa che offre una delle visite più spettacolari di tutta la città. Completato nel 1939, è la versione brasiliana del famoso Empire State Bulding.

Per chi ama l'arte, una meta fondamentale nel viaggio a San Paolo è al MASP - Museo d'Arte di San Paolo - che raccoglie la più vasta collezione di arte occidentale dell'America Latina. In bilico sopra una piazza che si trasforma in mercatino d'antiquariato alla domenica, il museo, progettato dall'architetto Lina Bo Bardi è considerato un classico del modernismo. La collezione racchiude alcune delle opere più importanti di Goya, El Greco e Manet.

VIAGGIO AI CARAIBI

È sempre un buon momento per visitare i Caraibi soprattutto se siete alla ricerca di un clima caldo, di paesaggi incantevoli e spiagge bianchissime. Qualunque paese dei Caraibi che sceglierete per la vostra casa sarà facile da visitare noleggiando una bicicletta o un auto. La vacanza ai Caraibi può essere tutto ciò che vorrete: un pomeriggio rilassante lungo la spiaggia, shopping fra i negozi di moda, o una nuotata nelle acque cristalline del mare tropicale. Una vacanza ai Caraibi è fortemente consigliata a chi ama fare snorkeling perché qui si possono vedere alcuni dei pesci e fondali più belli al mondo.
I Caraibi saranno ancora più incantevoli se decidete di visitarli attraverso il mare, a bordo di una barca a vela che vi porterà di isola in isola alla ricerca di luoghi incantati. Arrivando dal mare si ha una visione completamente differente della natura e del paesaggio. Inoltre potrete immergervi al largo del Mar dei Caraibi e lasciarvi circondare dalle bellezze di questo paradiso. 
Il periodo ideale per una vacanza in barca a vela ai Caraibi è da febbraio ad aprile, quando c'è un caldo secco che fa dimenticare il freddo inverno di casa. 
Sono numerosi gli itinerari fra cui scegliere per la vostra vacanza in barca a vela.

VIAGGIO A LONDRA

Londra, il giorno e la notte non hanno distinzione, poiché il divertimento è in ogni angolo di strada.
Città cosmopolita, apre le porte a chiunque, intimidendo per la sua esuberanza e spettacolarizzando la mescolanza culturale di cui è al medesimo tempo origine e riflesso.
Nella pronuncia del suo nome salta in mente una costellazione di immagini tra cui Sua Maestà, il Big Ben, il Tamigi, la nebbia e naturalmente bombetta e ombrello.
La capitale, è un centro turistico senza limiti di tempo offre tutto il necessario per il divertimento, mescolandolo ad un grande patrimonio culturale ed artistico.
Essendo una metropoli, con la rete metropolitana più antica (1863) offre ottimi servizi di locomozione, permette di esplorare la giungla urbana evitando inutili perdite di tempo.
Conosciuta per il clima piovoso si consiglia di visitarla in estate, anche se non si esclude il fatto di trovare giornate uggiose.
Le attrattive messe a disposizione nella città britannica variano nelle più particolari possibilità, per chi volesse invece cimentarsi nell'attività sportiva, Londra dispone di itinerari ideali per il footing, spazi dedicati al tennis indoor e outdoor , pattinaggio a rotelle, campi da calcio, sci d'acqua, equitazione, polo, canottaggio. Le possibilità di trascorrere fantastici momenti, sono all'ordine del giorno e per ogni esigenza.

VIAGGIO IN MALESIA

La Malesia è una regione attraversata dal mare cinese che la divide in due zone. La penisola è attraversata dalla cultura di malesi, cinesi e indiani mentre il Borneo ospita una giungla selvaggia di oranghi, montagne di granito e remote tribù. All'interno di queste due regioni si snoda una varietà impressionante di microrganismi che vanno dall'era dei grattacieli di Kuala Lumpur ai villaggi fitti di case di Sarawak, per terminare con le spiagge e la calma delle isole Perhentian. Per non parlare del cibo, una delle cucine più saporite al mondo, soprattutto nella costa occidentale della penisola. 
Si parte con il menu cinese-malese "Nonya", passando per il curry indiano servito su foglie di banana fino alle bancarelle di cibo piccante malese. Eppure, nonostante tutte le etnie, le religioni, i paesaggi e le distanze, la bellezza della Malesya sta proprio nella fusione di tutto questo, in un paese che è tra i più sicuri e stabili del sud-est asiatico. 
La capitale Kuala Lumpur, per gli abitanti KL, è un vero monumento all'ingegno e alla determinazione malese. Da umili origini di miniera, questa città si è evoluta in metropoli del ventunesimo secolo, dominata dai grattacieli più alti nel sud-est asiatico e  dal commercio internazionale. La cosa che più colpisce di KL dal punto di vista del visitatore è la sua notevole diversità culturale. L'etnia malese, ricercatori d'oro cinesi, immigrati indiani e coloni britannici hanno contribuito a ritagliarsi quartieri di città lasciando un segno indelebile nella capitale. 
Per gli appassionati di avventura, Sarawak è la meta ideale. La sua bellezza si trova nella miscela delle tradizioni tribali e dell'incontaminata natura.

VACANZA IN VENEZUELA


Mentre gli altri paesi del Sud America sono conosciuti per il tango o per il carnevale, la reputazione del Venezuela ruota attorno all'olio, alla politica del presidente Hugo Chàvez e al concorso di bellezza. In realtà questo paese offre un'incredibile varietà di panorami incantati che affascina i turisti. Le Ande dominano il paese che si estende lungo il Mar dei Caraibi ed offre una sorprendente varietà di paesaggi e avventure. Le acque chiare e calde della costa caraibica e le numerose isole al largo del mare sono la meta ideale per gli appassionati di snorkeling ed immersione. Le pianure tropicali, la vegetazione lussureggiante e le cascate invece sono un vero paradiso per chi ama l'esplorazione.

Originariamente abitato da indiani Arawak e caraibici, il Venezuela è stato dichiarato da Cristoforo Colombo come stato spagnolo nel 1498. La dominazione spagnola è stata amministrata a distanza, lasciando i vari paesi in autonomia di sviluppo. Nel XVIII° secolo, Simon Bolìvar guidò la resistenza alla politica spagnola e il Venezuela divenne una repubblica subito preda di diversi leader che la dominarono in forma dittatoriale, assegnandola a frequenti colpi di stato e rivoluzioni popolari. Oggi il Venezuela è guidato da Hugo Chàvez che si avvale del sostegno delle persone povere del paese.

La meta più ambita di una vacanza in Venezuela è la capitale Caracas, una città frenetica, ricca di architettura moderna e vibrante cultura. Il Parque Nacional El Ávila domina sulla città, le sue pendici verdi sono piene di sentieri che si possono percorrere tranquillamente a piedi o a bordo di una funivia che attraversa il parco, offrendo una fresca e ventilata fuga dalla caotica città. Famosa per la sua dedizione alla bella vita, Caracas vive di notte, quando i club e i bar richiamano decine di festaioli pronti ad offrirvi un bicchiere di rum.

VACANZA A ISOLA CATALINA

Se amate fare snorkeling, una vacanza all'isola Catalina, nella Repubblica Dominicana è quello che fa per voi. L'isola Catalina è un piccolo paradiso terrestre, tolta dal caos di Los Angeles e immersa nel mare. Fu scoperta da Colombo nel 1492 durante un naufragio, e quando la nave approdò sull'isola, questa era abitata dagli indios che in poco tempo furono uccisi dagli spagnoli. Questi iniziarono a far coltivare la terra fertile agli schiavi deportati. Reperti della storia dell'isola sono conservati all'interno del Catalina Island Museum, dove è possibile vedere dipinti, un'antica mappa dell'isola, antiche piastrelle di ceramica e molto altro ancora.
Una vacanza all'isola Catalina, però, significa avventura e movimento. Infatti, grazie allo spettacolare paesaggio, sono numerosi gli sport che si possono fare in quest'isola. Come già detto un viaggio all'isola Catalina è l'ideale per chi ama fare snorkeling, infatti l'acqua cristallina  e molti rifugi marini, offrono le migliori opportunità per chi vuole immergersi in acqua. La città di Two Harbors a Santa Catalina è il posto perfetto per le uscite in snorkeling, tanto che è stata premiata come  "l'ambiente marino più sano del mondo". Se all'acqua preferite la terra, meglio un bel giro in mountain bike durante la vostra vacanza a isola Catalina. A Santa Catalina, infatti, potrete facilmente riconoscere i sentieri per i bikers, anche se bisogna fare un pò di attenzione perché alcuni sono davvero tortuosi, e l'uso del caso è comunque obbligatorio. Per chi vuole visitare Isola Catalina ma senza grosse fatiche, è possibile noleggiare un fuoristrada con autista che vi accompagnerà nei posti più incantevoli dell'isola. 

VACANZA A CARTAGENA

Caldo, afoso, pieno di musica e illuminato di colori e tradizione, Cartagena de Indias è stata un importante porto dei Caraibi sin da quando è stata fondata nel 1533. I pirati saccheggiarono la città e la popolazione costruì una parete sia per proteggere la città che il trasporto marittimo e il commercio degli schiavi. Cartagena richiama ancora molto interesse, soprattutto di turisti che vengono a godersi la storia, i luoghi, il tempo e la vita notturna. Organizzate la vostra visita a Cartagena per qualche giorno, per vedere il periodo coloniale, la città moderna e l'elegante lungomare. 
Il fascino coloniale di Cartagena e la vecchia città fortificata, Ciudad Amarullada, con i tetti di mattoni, i balconi e i cortili fioriti, invita i visitatori a passeggiare per i vicoli o per godersi un week end completamente immersi in un'altra realtà. 
Molte le attrazioni da vedere durante la vostra vacanza a Cartagena. Casa de Marqués Valdehoyos in Calle Factoria è un buon posto per iniziare l'esplorazione della città vecchia. Questo è un chiaro esempio delle vecchie case di Cartagena, e potete trovare l'ufficio del Turismo dove potrete chiedere mappe e informazioni. 
Il museo de Oro e Archeologia sulla Plaza Bolivar ha una buona raccolta di ori e ceramica Sinù. E per chi ama la storia, dietro la facciata del museo, potete trovare il museo di strumenti di tortura dell'Inquisizione spagnola, pre-colombiana, coloniale e arte dell'era indipendente.
La Cattedrale di Cartagena, con la sua imponente facciata esterna è un'altra importante meta durante il vostro viaggio in Colombia. I lavori della cattedrale cominciarono nel 1575, ma furono poi interrotti dalle cannonate di Sir Francis Drake. Fortunatamente i lavori furono portati a termine nel 1602. 
Questi sono solo alcuni esempi delle favolose attrazioni che potrete trovare a Cartagena, un viaggio che sicuramente vi stupirà.

VACANZA A BOSTON

Boston non è solo la capitale del Massachusetts ma può benissimo essere considerata la capitale del New England. La città non teme rivali in quanto a sfondo storico, eleganti hotel, attrazioni per le famiglie, negozi d'antiquariato accanto a boutique di vestiti alla moda, ristoranti etnici, teatri, festivals e, ovviamente, pubs. La città è proprio a ridosso dell'Oceano Atlantico ed è formata da diverse penisole collegate fra loro da tunnel e ponti. Una passeggiata lungo la Freedom Trail è il modo migliore per conoscere l'intera città. Questo sentiero infatti, lungo circa 4 km, prevede 16 punti di sosta per ammirare il paesaggio. Si consiglia di partire da Boston Common e di terminarla a Charlestown al Bunker Hill Monument. Se invece avete scelto una vacanza senza sforzi, potete decidere di girare la città a bordo di uno strano pulmino colorato che non solo attraversa le strade della città, ma si trasforma in barca e vi mostra Boston da un'altra prospettiva. 
Il Boston Public Garden, situato lungo Charles Street, è il giardino più antico della città. Come accade nei film, è possibile fare un romantico giro a bordo di un cigno-barca se arrivate a Boston con la bella stagione, oppure pattinare nello stesso laghetto d'inverno.
Se amate gli animali e la natura, potete visitare l'acquario di Boston, dove tra leoni marini e pinguini si esibiscono in divertenti spettacoli i delfini e altri animali. Una volta entrati vi troverete completamente immersi in un mondo d'acqua, veramente vicini agli animali. 
Per concludere la vostra giornata a Boston non c'è altro di meglio che una cenetta nel ristorante più antico degli Stati Uniti. L'Union Oyster House infatti vi stupirà non solo per il menu ma anche per gli arredi unici ed introvabili.
Boston è il genere di città che consente ai turisti di tornare indietro nel tempo e rivivere la storia, immergersi nell'arte, scoprire incantevoli porti delle isole e bere un'autentica birra in un pub.

VACANZA A SAN DIEGO

San Diego è il paradiso dei vacanzieri, con una costante temperatura tutto l'anno e circa 70 km di costa incontaminata. Riconosciuta come una delle mete preferite dalle famiglie, perché con il  mondo marino, Legoland e lo zoo di San Diego è ugualmente interessate per chi è in cerca di arte, cultura, shopping e degustazioni culinarie. 
Una vacanza a San Diego è vivamente consigliata a chiunque perché i suoi quartieri  offrono  diverse avventure: dalle boutiques a La Jolla per gustare le delizie culinarie nel sobborgo settentrionale di Del Mar, o l'autentico fascino europeo di Little Italy fino al nuovo chic di Gaslamp Quarter, ogni quartiere aggiunge sapori e personalità a San Diego. 
Circa due ore e mezzo a sud di Los Angeles e poco più su del Messico, San Diego è veramente la  città adatta a chiunque. L'intera giornata, o  quasi, può essere trascorsa a Balboa Park giocando a golf, visitando il famoso zoo o uno dei 15 musei presenti all'interno del parco, o approfittandoo per uno spettacolo al Globe Theater. 
La natura abbonda in tutta la città: piante di bougainvillea coprono le colline di La Jolla, creando uno spettacolare contrasto tra chiazze color magenta che si diffondono sulle pareti bianche della città. A Downtown, invece, in primavera le strade si colorano di viola, grazie agli alberi di jacaranda, una pianta simile al glicine, che costeggia le vie della città. 
Durante la vacanza a San Diego, è d'obbligo una  visita a Balboa Park, affacciato direttamente sull'Oceano Pacifico, classificato come uno dei migliori parchi del mondo. Oltre ad essere la sede di musei e gallerie d'arte, il parco di Balboa è un vero e proprio giardino botanico, con oltre 350 specie di alberi. 
La città di La Jolla è stata a lungo considerata la "Monte Carlo" della California, e a buon ragione. Le strade percorrono colline verdeggianti coperte di case che guardano il mare. È questo il quartiere delle persone più importanti e ricche della città, che hanno costruito le loro ville sopra le colline di La Jolla. I nativi americani avevano chiamato questa città La Hoya, che significa la "grotta" in riferimento alle grotte che costeggiano il litorale, mentre gli spagnoli  lo trasformarono in La Jolla, "il gioiello", e gli abitanti hanno preferito questo nome e le sue allusioni.

VACANZA A CAYO LARGO

In territorio cubano si trova lo splendido arcipelago delle Grandi Antille, bagnato dall'altrettanto splendido mar dei Caraibi, uno dei più grandi mari della Terra. L'isola di maggior attrazione per il turismo dell'intero arcipelago è Cayo (termine che in spagnolo significa "isola") Largo, che comprende una costa di 25 km caratterizzata da spiagge bianche e acque cristalline. L'importanza storica dell'isola è dovuta al fatto che veniva usata dai pirati come base, inoltre fu menzionata da Cristoforo Colombo che dichiarò di averla visitata durante la sua seconda spedizione nel 1494. Al giorno d'oggi Cayo Largo non ha abitanti perchè ci sono solo persone che vi lavorano durante un certo periodo dell'anno. Le spiagge più belle e più note per effettuarci immersioni di spettacolarità rara sono: Playa Sirena, raggiungibile con due ore di passeggiata alla scoperta della flora caratterizzante il paesaggio dell'isola oppure con lo scooter fornito dal personale del villaggio o dell'albergo dove si è scelto di alloggiare, e Playa Paraiso, famosa per la sua fauna marina, come le mervagliose stelle marine, rare in quante grandissime. Un'altra spiaggia da visitare è sicuramente Plaja Tortuga, cosi chiamata per la presenza di moltissime tartarughe, ma per chi ama gli animali e soprattutto le tartarughe è possibile osservarne degli esemplari giganti a Granja de Tortuga. L'isola di Cayo Largo è piena di villaggi turistici che offrono moltissimi servizi tra i quali molte escursioni per visitare ogni angolo di questo splendido luogo.

ITINERARIO CAMBRIDGE

Cambridge è una città statunitense, che prende il nome dall'omonima città inglese. Si trova nello stato del Massachusetts, più esattamente nell'area metropolitana della città di Boston. Ciò che rende famosa questa cittadina è la presenza dell'Università di Harvard, università privata, nota come il più antico ateneo degli Stati Uniti d'America, infatti fa parte della Ivy League, l'associazione fondata dalle otto università statunitensi più antiche. L' istituzione di questo complesso risale al 1636, e prende il nome dal suo fondatore, John Harvard, che lasciò in eredità all'università la sua notevole biblioteca, composta da più di 400 testi. Questo atto fu solo l'inizio per ottenere il titolo di terza biblioteca più grande del mondo. L'importanza di questa università è nota in tutto il mondo, grazie anche alle molte iniziative da essa prese, tra cui la detenzione di una delle riviste letterarie più antiche della nazione, la Harvard Advocate, e la Hasty Pudding Theatricals, società teatrale studentesca, che permette a poeti, attori e musicisti esordienti di esporre i loro capolavori, e premia ogni anno attori famosi durante le sue cerimonie. Al giorno d'oggi, l'Università di Harvard conta nove facoltà al suo interno, tra cui la John F. Kennedy School Government, che risale agli anni '30. Questa rinomata università, tra le sue tante caratteristiche, offre la possibilità di visitare l'Harvard Art Museum, una delle istituzioni d'arte più significative del mondo, che consiste in tre musei, ognuno specializzato nell'arte di particolari epoche e luoghi. Ma, a livello storico, la rlevanza di harvard è confermata anche dalla presenza, al suo interno, del Memorial Hall, edificio totalmente costruito in mattoni, in stile gotico-vittoriano, eretto in onore degli studenti che combatterono la Guerra Civile Americana. Attualmente la Harvard University ospita più di 19000 studenti, e più di 13000 docenti molto validi. Visitare Questa università è d'obbligo, giunti a Cambridge, per la sua rilevanza storica e universitaria.

VIRNA

Questo viaggio nasce dalla voglia di tornare in Africa e di conoscere delle realtà molto diverse dalla nostra, un giro in rete alla ricerca di itinerari un po’ insoliti ci fa arrivare al sito di “Transafrica”, scopriremo solo durante il viaggio che sono loro ad organizzare la maggior parte dei tour per i tour operator italiani specializzati  in viaggi-avventura italiani e non, il nome “maschere in festa” dato ad un viaggio di 15 gg in Burkina Faso ci colpisce e la lettura dell’itinerario attraverso riti ed etnie diverse ci incuriosisce al punto di decidere di partire. Acquistiamo quindi, via internet, il tour del Burkina mentre il volo, Milano-Casablanca-Ouagadouogou e ritorno con Royal Air Maroc lo prendiamo dall’agenzia viaggi di Torino. Dalla Transafrica ci informano che il gruppo sarà formato da altri 4 o 5 italiani. Speriamo in bene non siamo abituati a viaggiare con altra gente…….
Partiamo senza visto, cosa che un po’ mi preoccupa perché pare che se fossimo passati da Parigi non ci avrebbero fatto proseguire forse…. ma i marocchini sono più tolleranti. Arrivati a Casablanca, senza intoppi ci hanno chiesto se avevamo il visto ma..... spiegando che  l'avremmo ottenuto  a OUA all’arrivo e non hanno fatto obbiezioni. Purtroppo il tempo d’attesa, per la “coincidenza” è di circa 8 ore e le attese in aeroporto sono  una palla!  C'è  gente che  bivacca ovunque e qui  lo spaccato di umanità  è veramente  vario. Durante l’attesa ci guardiamo intorno per vedere chi potrebbero essere i nostri compagni di viaggio. Notiamo 2 signore non più giovanissime che vengono poi raggiunte, più tardi, da altre 3, che per non annoiarsi all’aeroporto avevano deciso di andare a vedere la nuova moschea di Casablanca, hai capito le signore…….
Durante la cena la più intraprendente del gruppo ci chiede se andiamo in Burkina e scattano le presentazioni. Scopriremo ben presto che le signore sono tutte esperte d'africa e di deserto.
Atterrati ad Oua  chiediamo subito il visto sbrighiamo le formalità e paghiamo 30 euro, tanti problemi risolti in un attimo, certo il passaporto non ce lo restituiscono subito ma la nostra guida, Gabriele, che ci ha accolto all’aeroporto ci fa sapere che li troveremo a Bobo Dioulasso tra due giorni. Efficienza africana! Sono le 3 del mattino e non vediamo l'ora di andare a dormire. L'hotel OK Inn è vicino all'aeroporto e piuttosto  confortevole.
La sveglia è alle 7.30 e la colazione alla francese abbondante e buona . Il costo dell'hotel è di 40 euro a stanza!  Ad attenderci ci sono due fuoristrada, equipaggiati di tutto quello che ci servirà per il viaggio, tende e cucina da campo comprese,  due autisti ed un cuoco.
Giornata di trasferimento verso la zona dei Bwa x vedere l’uscita delle Maschere. Sul nostro tragitto incontriamo la prima moschea in stile sudanese, fatta cioè di fango e paglia e con i minareti a punta arrotondata “infilzati” da pezzi di legno che servono, sia per la costruzione che per la manutenzione, come scale. E’ venerdì e c’è praticamente tutto il paese radunato per la preghiera. Le Maschere, invece, fanno parte della tradizione animista ed ''escono' alla fine della stagione secca per chiedere la pioggia. Sono di legno dipinte in bianco e nero e rappresentano, in maniera stilizzata, gli animali della savana, tipo la scimmia la farfalla, alcune, come quella dl bucero uccello portafortuna,  sono alte anche 1 metro e mezzo e pesano parecchi kili. Sono portate da ragazzi “iniziati” che attraverso questo rito passano dalla fanciullezza all’età adulta,  questi indossano anche un costume di rafia di vari colori.  Il villaggio partecipa attivamente alla festa ballando ed incitando le maschere al ritmo dei tamburi e di uno xilofono molto artigianale chiamato balafon., che è costruito con un legno particolare e usa delle zucche come cassa di risonanza. La musica è ossessiva, le maschere danzano imitando i gesti degli animali che rappresentano aiutandosi anche con due bastoni per simulare meglio le quattro zampe. Veniamo coinvolti anche noi nella danza e tutti sembrano gradire la nostra 'esibizione'. Notiamo le prime scarificazioni sul viso di uomini e donne che contraddistinguono la loro etnia e a volte anche la loro famiglia. Una sorta di tatuaggio un po’ più doloroso e se non si pensa a come vengono fatte si potrebbero definire “belle”.  Il caldo è una costante, ci viene  offerta della birra  di miglio che ogni famiglia prepara per il proprio fabbisogno. Ha un odore forte e pungente è alcolica e .....non fa per noi!
Notte nella savana o 'brousse' alla francese . Montate le tende si cena con pesce di fiume alla griglia sotto una notte stellata.
Le maschere  di foglie BWA,invece, che ci aspettano in un altro villaggio sono un vero capolavoro. hanno un struttura fatta di rami che passa sopra la testa dell'iniziato fino a metà schiena e viene ricoperta da mazzetti di foglie che sono  però tagliate in modo da sembrare muschio. Un lavoro incredibile considerati i pochi  mezzi a loro disposizione .  Il corpo è racchiuso da strisce di corteccia , a mò di mummia ed ad esso sono applicati mazzi di foglie intere. Sulla sommità del capo, fino a metà schiena , vengono, poi, applicate le piume dell'uccello  kaloè , il bucero, che vengono conservate dalle famiglie in bellissimi contenitori lignei tutti lavorati.  Parte della vestizione avviene nella  savana  ed solo per gli iniziati, parte al villaggio, sotto gli occhi di grandi e piccoli. La funzione di queste maschere è di ripulire il villaggio dalle negatività, di scoparle via attraverso le foglie che, alla fine della danza verranno riportate nella  savana e lì bruciate.  Alla danza partecipa tutto il villaggio. Anche qui è  notiamo le scarnificazioni sul viso degli abitanti. Simbolo di appartenenza e tribù e famiglia. Il caldo è tanto, più di 40°! Ma per fortuna molto secco. Gli iniziati si lasciano 'vestire' senza la benchè minima insofferenza. È un lavoro lungo. Ballano quasi in trance, al suono del balafon, e quando finiscono si sdraiano sulla terra rossa come sfiniti. Notiamo che donne e bambini raccolgono le foglie cadute dalle maschere e le conservano in un mucchio, verranno portate nella savana più tardi per essere bruciate con il resto. In questo villaggio incontriamo il nostro primo feticcio “comune”, normalmente ogni famiglia ha poi il proprio feticcio privato che può trovarsi all’interno o all’sterno dell’abitazione, con il suo guardiano a cui chiediamo di spiegarci la funzione del feticcio, simbolo delle religione animista . Apro parentesi per spiegare cos’è un feticcio: “Idolo grossolano (animale, pietra, pianta e simili), venerato dai negri delle coste occidentali dell’Africa  Occidentale” così cita un vocabolario…Ci spiega che questo è stato costruito circa 400 anni fa e che è a disposizione di tutto il villaggio che può chiedere intercessioni per qualsiasi cosa e cui fa sacrifici di vario tipo, normalmente si usano i polli, o prima o dopo aver ottenuto quello che si è chiesto. Pare che questo feticcio sia molto potente…. A noi occidentali questa cosa può apparire un po’ strana e barbara ma è in uso ancora in molti parti del mondo.
Prossima tappa è Bobo Diulasso, seconda  città del Burkina.  Hotel Relax, centrale circa  50 euro a notte un po' squallido ma c'è la settimana della cultura e in città c'è il pienone. Visitiamo la città vecchia, in realtà un villaggio nella città, dove ci sono ben 2 feticci comuni e un sala della parola dove i vecchi del villaggio si riuniscono e prendono le decisioni per la comunità. Scopriamo un sacco di riti e tradizioni che credevano dimenticati o leggenda e che invece continuano ad esistere ed ad essere parte della vita di un sacco di tribù. Anche qui ci sono le maschere, albine, fatte di rafia chiara che danzano e fanno acrobazie davanti al capo del villaggio. Il pubblico è entusiasta ma meno partecipativo di quello visto nei villaggi. Cena all’ Eau vive ristorante molto carino gestito da religiose con un ottima cucina francese. Posto rilassante con bellissimo giardino ricco di piante rigogliose. Non credevo ci fossero posti così in Burkina!
Il mattino seguente ci rechiamo al villaggio  Pala x assistere al 'Grand funeral' una festa in onore dei defunti importanti di alcune famiglie. In altre parole quando muore un capo villaggio o una personalità importante viene sepolta normalmente poi, in un particolare giorno dell’anno, tipo la nostra festa dei morti, queste personalità vengono ricordate attraverso le danze di queste maschere.  L'attesa prima dell'evento è lunga. Troviamo  un buon punto d'osservazione sulle radici di un grande albero. La piazza circostante  si anima e riempie all'inverosimile. la maggior parte delle  donne indossa gli abiti più belliche possiede ma anche alcuni uomini non sono da meno. Si fa amicizia  con chi ci sta intorno, alcuni parlano francese, siamo il polo d'attrazione della giornata  e molti vengono a salutarci e a stringerci la mano .Dopo 2 ore il  caldo è quasi insoppor tabile. Arrivano le maschere, richiamate dal suono del balafon. In un punto della pizza nasce un diverbio  le persone  iniziano a spingere c'è ci cerca di riportare la calma. Io scendo dall'albero e cerco di allontanarmi dal casino dirigendomi nella  brousse dove una maschera sta danzando circondata da un piccolo gruppo di persone. Ma poi preferisco proseguire verso le nostre macchine.  Per strada vengo invitata  a bere un po' di birra di miglio ma ringrazio e rifiuto. Rientriamo a Bobo un po' delusi del non aver visto  la cerimonia ma la situazione non era delle migliori. Cazzeggiato x Bobo fino  a sera. Ogni anno in questo periodo c'è il festival  della cultura , che dura una settimana e gruppi di tutte le etnie convergono a Bobo per esibirsi così dopo cena decidiamo di andare ad assistere ad una  kermesse di musica  e balli al teatro dell'amicizia e la serata si rivela molto piacevole. Il giorno dopo visitiamo il museo della musica e delle etnie. Interessanti entrambi e ben allestiti anche se composti di poche sale. I musei hanno 2 prezzi uno x i burkinabè l'altro x gli stranieri. Normalmente 500 Fcfa e 1.000 Fcfa.
Molto grande il mercato coperto di Bobo che invade anche gli spazi vicini, con frutta verdura stoffe e manufatti locali, incredibili come spesso in Africa, i colori dei vestiti delle donne e delle merci esposte. Il viaggio prosegue alla volta di Banfora, nei cui dintorni si trova un lago sacro con degli ippopotami, le formazioni rocciose di Fabedougou che danno origine a dei singolari pinnacoli e le cascate di Karfiguela. Prima di Banfora c'è un grande zuccherificio, che visitiamo.  Tutt'intorno i campi sono coltivati a canna da zucchero e quindi ben irrigati e quindi di un bellissimi colore verde!
Villaggi Senoufo e Lobi
Arriviamo a Gaoua, dove visitiamo il bel musée du Poni e ci fermiamo a dormire all’Hotel Hala, basic ma decoroso con una buona cucina, di proprietà libanese.
Il viaggio che ci porterà dallo sciamano, il Feticher, comincia presto dobbiamo fare un po' di strada sterrata attraverso i villaggi Lobi, che sono delle piccole fortificazioni. Lo sciamano abita in una casa un po' lontana dalle altre e sormontata da una coppia di feticci in terracotta  raffiguranti gli antenati.  Aspettiamo un po' prima di essere  ricevuti e così ci guardiamo intorno.
Su un lato una serie disordinata di altri feticci fa da guardia alla casa della pazzia. Quando ci riceve scopriamo che per entrare in quella casa dobbiamo toglierci le scarpe e camminare  sul terreno ricoperto di piume di pollo, sangue raggrumato e chissà cos’altro e non toccare i feticci. L'interno della capanna di fango e paglia è buio e il caldo, soffocante. Feticci di antenati ovunque poco spazio un'atmosfera spettrale. La poca luce filtra da un buco nel soffitto. Dopo alcune spiegazioni su come viene  trattata la pazzia , malattia dello spirito e non del corpo, ci spostiamo nella  casa principale dove, lasciate di nuovo le scarpe proseguiamo per un corridoio stretto e basso, in cui svolazzanno dei pipistrelli, fino alla stanza delle consultazioni. È più luminosa dell'altra ma sempre stipata di feticci, tra cui una specie di cane,  compagno di caccia del feticher, ci  sono molti cauri, conchiglie bianche una volta usate come monete, qui si possono interrogare gli antenati e gli spiriti positivi. Il tutto avviene attraverso l'interpretazione dei cauri,che vengono lanciati più volte, l'immersione ed il galleggiamento o meno di un bastoncino in una ciotola d'acqua, in segni rituali ed invocazioni. Il tutto dietro pagamento di una cifra che varia a seconda della richiesta fatta agli spiriti. Ci facciamo 'predire' il futuro , fare un paio di gri-gri, talismani/pentacoli,  protettivi e dare un rimedio x una tosse causata dal malocchio. Il tutto in un'atmosfera decisamente affascinante e coinvolgente. Siamo un po' stregati dallo sciamano che ci conduce nell'ultima stanza, quella  della fecondità. altri feticci, in posizioni più specifiche, assistiamo ad un altro rituale molto interessante ed alla preparazione di una pozione per la virilità che viene bevuta, con gran disgusto, dalla nostra guida locale. Usciamo dopo più di 2 ore dalle viscere di questa strana casa con ancora un rituale da compiere, per il completamento della prescrizione. L'acquisto di 2 polli a cui bisogna poi riservare un particolare trattamento. Esperienza incredibile! Da fare perché il racconto non gli rende mai abbastanza onore. Massimo rispetto x lo sciamano che qui è anche medico e consigliere. Sarei rimasta con lui un giorno intero.  Altro incontro interessante quello con il re dei Gan nel villaggio Obire  Il re Kan Iya, 29° della dinastia, che risale all’anno 1000 e vanta anche 4 regine come sovrane titolari e non consorti, è stato eletto all'interno della famiglia reale. Ha 35 anni e ci riceve seduto sul suo trono, sotto un grande albero, con in mano il bastone del comando. È simpatico ed intelligente, l'etichetta vuole che non ci si rivolga a lui direttamente ma il colloquio avviene attraverso un 'porta parola', persona autorizzata a parlare con lui e che gli tradurrò le nostre domande in lingua Gan. Capita però che nell’enfasi del discorso lui ci parli direttamente in francese, anche se inizialmente pur capendo le domande aspettava la traduzione e rispondeva nella sua lingua., come vuole l’etichetta. Il suo palazzo 'reale' è formato dalle case delle sue 15 mogli, 12 ereditate dal precedente re e con le quali ha un rapporto da figlio maggiore più che da marito,  dai loro granai e dalla sua casa, il tutto si affaccia su un ampio cortile dove si accende il fuoco per cucinare e dove giocano i bambini. Interessanti anche le tombe dei precedenti re al cui interno vi sono delle  statue che li raffigurano e le rovine di Loropeni.
La visita alle cercatrici d'oro di etnia Lobi prima ed una miniera sempre d'oro in un villaggio dopo, ci fa capire ancora di più quanto poco valore ha la vita da  queste parti. Per i Lobi il cercare l'oro è cosa sacra riservata alle donne, che non possono portarlo ma solo venderlo. Queste stanno
ore sotto il sole a setacciare kili di fango rosso x ricavare pochi grammi di polvere d'oro al giorno. Buchi profondissimi scavati nella terra, senza nessuna sicurezza sono lo scenario di una specie di miniera che ormai ha quasi esaurito la sua vena ma che è ragione di vita per parecchie persone in una zona dove non c’è altro per tirare avanti. Un vero inferno.
Interessanti le visite alle abitazioni Bobo e Birifor. la prima costruita tipo fortino con i granai all'esterno e le case delle donne e del marito che si affacciano su un cortile, la maggior parte ha almeno  5 mogli, la seconda è una casa unica a cui si aggiungono stanze quando si aggiunge una moglie. Sono entrambe case buie, prive di finestre con soffitti bassi e varchi d'ingresso stretti e chiusi da porte in paglia. Ogni stanza ha un accesso al tetto tramite una scala fatta con un tronco d'albero intagliato perché nel caso dei Birifor la casa del marito è sul tetto e in entrambi i casi il tetto serve come essiccatoio e come accesso a piccoli granai.
Il Gibier national park di Nazinga è il più grande parco nazionale dell'Africa dell'ovest. Non è sicuramente da paragonare ai più famosi parchi africani ma ci sono circa 500 elefanti, gazzelle,fagoceri, gibier e un sacco di uccelli. Facciamo un giro con i nostri fuori strada , in compagnia di un Ranger che ci fa da guida raccontandoci un po’ di cose su flora e fauna del parco. Molto spartani ma confortevoli i bungalow in muratura che ci ospitano. Interessante la visita al villaggio di etnia Bambara ed all'antico cimitero dove i morti venivano inseriti in due grandi otri decorate e sepolti in direzione est ovest. Purtroppo il sito, molto antico ed esteso, non è mai stato scavato da professionisti ma solo da tombaroli il suo stato, quindi, è  pessimo. Molto interessanti, sempre in questa zona, anche le pitture rupestri che rappresentano animali e situazioni di caccia. Da qualche giorno abbiamo lasciato la strada asfaltata, la pista è  ben battuta ed il paesaggio sempre più desertico, il Sahel è vicino. Cammelli liberi mangiano le foglie di acacia, i Peul fanno pascolare le mandrie. Siamo molto vicini al confine con il Mali passeremo qui tre giorni, nel nord del paese, dormendo in tenda, dove incontreremo varie popolazioni , Peul, Bellà, Senufo, Tuareg, Bambara, Songhai alcune nomadi, altre stanziali.  Cerchiamo di capire i loro usi e costumi , ammiriamo la bellezza delle donne Peul e delle loro acconciature e gioielli, conosciamo i capi villaggio, considerati alla stregua di re, facciamo amicizia con tanti bambini sempre sorridenti. I villaggi ,spesso poveri, hanno costruzioni diverse a seconda della tribù che li abita. Attraversiamo Aribinda, cittadina fatta di bancò, terra, paglia e un collante che può essere urina, chiara d'uovo o burro di karitè.  Nel villaggio di Oursy le razze si mescolano al mercato in un incredibile caleidoscopio di colori.  I villaggi dei Bellà sono costituiti da capanne fatte con un'intelaiatura di bastoni e ricoperte di stuoie, che ricordano il guscio di un armadillo sia nei colori che nella forma. All'interno poche cose, un grande letto sta nel mezzo ed ai lati alcune ceste delle calebas pentole di terracotta e pochi vestiti.
Nel villaggio di Darkoy, abitato da Tuareg stanziali assistiamo al Tendè che è una tipica danza dove le donne suonano i mortai di legno ricoperti da una pelle di pecora e battono ritmicamente le mani emettendo suoni monocorde. Gli uomini ballano una danza molto veloce ed elegante con movenze feline il tutto alla luce di un grande falò. Ci accampiamo sulla loro terra ed il giorno dopo restiamo a chiacchierare con il capo di questa piccola comunità in modo da poter conoscere meglio le loro tradizioni.
La ricerca di questi villaggi ed etnie diverse ci ha portato a percorrere piste poco battute ma sempre carrozzabili ed in luoghi senza alberghi percui abbiamo fatto degli accampamenti, con tende e cucina da campo in mezzo alla savana ed anche sulle dune del deserto del Sahel. Ci siamo quindi svegliati col barrito dei dromedari o circondati da bambini incuriositi. Abbiamo fatto l'esperienza dei mercati di confine, a Markoy e Oursy dove ci si incontra x scambiarsi merci, informazioni e cercare moglie. La bellezza della maggior parte delle donne e la loro eleganza non ha paragoni. Le donne  Peul, ad esempio, usano agghindarsi i capelli con monete d'argento, fermando in più punti le trecce con fermagli anch'essi d'argento e le chiudono con grandi anelli. Il tutto le impegna x 4 giorni , ma la pettinatura non verrà poi toccata x 2 mesi! Molto interessante anche il villaggio Songhai con le case in bancò decorate e dipinte con vari tipi di fango.
Bellissima suggestione la visita a Bani la città delle 7 moschee ed al suo 'profeta' colui grazie al quale questi incredibili edifici in bancò in stile sudanese sono stati costruiti. Vederli è stato come entrare in un mondo irreale come vivere la scena di un film e chiacchierare con questo “profeta” come lui stesso si definisce, di religione mussulmana che è andato ben due volte a piedi dal Burkina alla Mecca, ci ha fatto capire che, in fondo, tutte le religioni sono simili. Incredibile anche il museo di Manega, museo di bendrologia  o del linguaggio dei tam tam, sperduto nella brousse che raccoglie tantissime maschere e steli funerarie dei Mossi, ormai scomparse e un sacco di informazioni sul mondo Burkinabè.
A sud ovest di Ouaga, verso il Ganha, vive l'etnia Gourunsi famosa per le sue case villaggio dipinte sia esternamente che all'interno con motivi geometrici e con animali sacri.  Gli uomini si occupano della costruzione sovrapponendo strati di argilla alla struttura in legno, mentre le donne curano l'impermeabilizzazione dei muri e la realizzazione di affreschi simbolici di colore bianco, rosso e nero, per l’esterno, dentro, invece, si prediligono i toni dell'ocra. Sono dei veri capolavori! Le donne sono le artiste di queste opere che denotano sempre una certa agiatezza della famiglia che le ha costruite.
Ultima tappa del viaggio è nuovamente Ouagadougou che non è sicuramente una bella città, non ha un vero e proprio centro è molto grande, caotica ed estremamente polverosa. Si può tranquillamente visitare la zona del mercato che si sviluppa al di fuori del vecchio edificio che ospitava quello coperto bruciato anni fa e mai ricostruito. Interessante la parte relativa ai mercanti di noci di cola, che contrattano animatamente intere ceste piene di questi piccoli frutti, di gusto amaro, ma molto apprezzati e richiesti per le loro proprietà. Per mangiare è d’obbligo recarsi al ristorante dell’Eau Vive, nella zona del mercato, che anche qui come a Bobo offre un’ottima cucina in un ambiente piacevole e sereno. Sappiate che durante la cena sarete invitati a recitare una preghiera insieme alle Sorelle che gestiscono questo posto.
   
CONSIDERAZIONI  ED INFORMAZIONI GENERALI
Il Burkina è uno dei paesi più poveri al mondo e nel visitarlo ci si rende conto di questa situazione.
Non è impossibile visitarlo da soli, ma ci vuole molto tempo, cosa che noi non avevamo. Interessante da sapere è che esistono delle guide ufficiali, che parlano francese e riconosciute dal ministero del turismo, hanno un tesserino identificativo con tanto di foto, alle quali ci si può affidare per andare nei villaggi a conoscere meglio le tradizioni delle varie etnie. Per trovarle basta chiedere negli alberghi dove li contatteranno per voi. Senza queste guide si rischia di vedere i villaggi solo dal di fuori senza poter conoscere le persone che sono invece elemento essenziale di questo viaggio.
Il piatto principale per la maggior parte della popolazione è il Tò, una polenta di farina di miglio di densità variabile. Miglio che viene 'pilato', macinato, di volta in volta nel mortaio dalle donne. Il tò viene accompagnato da delle salse, quando c'è la possibilità o consumato a come pane senza null'altro. La maggior parte della gente vive in capanne di stuoie o case di bancò. I loro averi si limitano a poche suppellettili indispensabili. Spesso l'unico abito che hanno è quello che indossano, le scarpe spesso sono un optional. Poche le macchine che circolano nel paese, diffuse, invece le biciclette. Poche anche le strade asfaltate ma le piste, che sono la maggior arteria di comunicazione,sono in ottimo stato e si riesce ad arrivare ovunque. Le persone sono ovunque disponibili e cordiali , molti parlano francese ed è un piacere fermarsi a parlare con loro. Nonostante sia un paese povero gli alberghi ed i buoni ristoranti sono cari, sui 40 euro una stanza decorosa e sui 10 una buona cena. Certo mangiare per strada o nelle bouvette costa molto meno, sui 4 euro ed al mercato si possono comprare dei buonissimi manghi per 50 centesimi al kilo.
Il costo complessivo di questo viaggio è stato di circa 3.000 euro a testa.
Un viaggio da fare!

CAMERUN

Devo dire che la scelta di questo paese è stata un po’ un  "ripiego", troppo cari i voli per le altre destinazioni che avevamo in mente, però era un posto che era nella nostra lista da tempo percui avendo avuto l’occasione di conoscere una persona che ha dei contatti sul posto si è deciso di andare.
Come è ormai tradizione il viaggio è iniziato male con lo sciopero  della compagnia aerea, air France, e conseguente partenza ritardata di un giorno, volo Royal Air Maroc per l’andata e Air Fance per il ritorno. Sono le uniche compagnie che fanno la tratta, costo del volo 850 euro circa. Quindi partiamo il 31 ottobre anziché il 30.
Il nostro contatto italiano ci ha dato una serie di informazioni sul paese due nominativi da contattare sul posto ed una scheda telefonica del Cameroun per poter chiamare queste persone. il primo, di nome Patrik, è un ragazzo sui 35 anni che collabora con lui per lavoro. Lo contatto prima della partenza per spiegargli che arriveremo con un giorno di ritardo e che ci conosceremo quindi all’aeroporto, lui ci ospiterà a casa sua durante la nostra permanenza a Douala, è la prima volta che ci capita di essere ospiti in casa di qualcuno che non conosciamo in un paese straniero. Patrik ci viene così a prendere all'aeroporto, con un cugino che ci eviterà una serie di controlli all’uscita, e ci porta  a casa sua, una bella villa in un quartiere fuori dal centro. La casa è grande, basic e pulita.  Ci assegna una stanza con bagno che pagheremo 5 CFA al giorno. Al mattino dopo durante la colazione con baguette e croissant, nel migliore stile francese, gli spieghiamo il nostro itinerario ed ascoltiamo i suoi suggerimenti. Si metterà in contatto con Gabriel, l’altro amico del nostro contatto italiano, che fa la guida nel nord per organizzare il giro di quella parte del paese ed al nostro ritorno poi ci accompagnerà a visitare l'ovest, zona da cui proviene. Ci mettiamo subito in pista per cambiare i soldi e prenotare il treno per 'Ngondorè città che si trova al centro del Cameroun dove ferma il treno e da cui prenderemo poi un bus per Marua. Attraversare Douala è un inferno! Macchine e moto ovunque, strade piene di buchi fango e acqua, in alcuni punti della città si formano code ed ingorghi che durano ore un inquinamento bestiale! Purtroppo non è una città particolarmente interessante nemmeno nella zona centrale. Molto grande, ricco e variopinto il mercato centrale, tipicamente africano. Incappiamo in qualche problema per la prenotazione del treno per 'Ndorè che bisognerebbe fare 48 ore prima. Per fortuna Patrik parla con un paio di amici e la cosa si sblocca, così  domani andremo a Youndè, la capitale, per prendere il treno per il nord. Degno di nota, nei  vari giri per la città, il pranzo a base di carne alla griglia e polpette di farina di fagioli fatto per strada. Niente di male nemmeno i pesci arrosto consegnati direttamente a casa per la cena.
 Patrik è un ragazzo molto gentile e disponibile, parla correttamente francese ed inglese, molti in Cameroun vista la doppia dominazione sono bilingui, durante la cena ci racconta di lui, della sua famiglia, del suo lavoro e delle sue ambizioni. Conosciamo anche suo fratello Serge ed un paio di cugini che condividono la sua grande casa.  


01/11/07
Patrik, il mattino dopo,  ci accompagna in bus fino a Youndè, da dove prenderemo il treno, nel caso ci fossero dei problemi. Quello che a noi sembrava un eccesso di zelo si è rivelato solo una buona conoscenza di come vanno le cose nel suo paese. Infatti a Youndè la nostra prenotazione non era arrivata. Con molta pazienza e calma Patrik dipana la matassa dei posti scomparsi che, per fortuna, ricompaiono. Così, dopo un breve giro nei dintorni della stazione, prendiamo possesso della nostra cabina di prima classe a 2 letti. Ci servono anche la cena in “camera” per 7.500 Cfa. La partenza è alle ore 18, arrivo previsto verso le 10,30 circa per 840 km, salvo deragliamenti, che pare non siano infrequenti. Il viaggio non è male, il treno si ferma  parecchie volte durante la notte in varie località e la ripartenza è tutta uno scossone. Nella notte rimaniamo bloccati per alcune ore a causa di un treno merci che ci precedeva e che ha perso il carico. Il paesaggio ed i villaggi che ci sfilano davanti sono sempre diversi tra loro. Ad ogni fermata gruppi di venditori ambulanti si precipitano verso il treno con le loro poche mercanzie. Banane, mandarini, yucca, arachidi ma anche carne appena macellata ci vengono offerti attraverso i finestrini.  Arriviamo, quindi, a 'Ngaundorè nel pomeriggio e qui conosciamo Mirelle, una ragazza molto simpatica dell'ufficio del turismo, che ci accompagnerà al bus per Marua e ci promette di occuparci dei nostri biglietti del treno per il ritorno. Il bus ci mette quasi 9 ore per arrivare a Marua! Oltre alla strada, non delle migliori, ed al fatto che sono 510km abbiamo, anche,  dovuto effettuare alcuni stop per consentire ad alcuni mussulmani che erano sul bus di pregare. Il paesaggio che ci circonda è splendido foresta rigogliosa e tanti piccoli villaggi di fango. Incontriamo anche delle scimmie vicino al parco della Bonneè. Arriviamo a Marua  oltre la mezzanotte e Gabriel, la nostra futura guida a cui abbiamo telefonato strada facendo e Hamadou l'autista, ci vengono a prendere alla stazione dei bus e ci portano alla  "prefettura" la missione cattolica di Marua, dove passeremo la notte per 5.000 Cfa, bella stanza con due letti e bagno. Concordiamo subito il programma per i prossimi giorni e discutiamo sul prezzo dell'auto che riusciamo a spuntare per 20.000 Cfa al giorno, contro i 30.000 iniziali, più i 5.000 al giorno ciascuno per autista e guida. Il programma prevede un giro alla cittadina di Yagua che  in questi giorni ospita  il festival dell'etnia Peul con genti che arrivano dal Ciad, dal Niger, dal Centro Africa ed altri paesi vicini, di cui abbiamo saputo per caso, poi trekking leggero intorno a Ruhmsiki, Moloko e Pouss con il suo mercato.
02/11/07
Si parte per Yagua, non prima di aver fatto il pieno di benzina comprandola per strada da chi la commercia con la Nigeria e la vende a 460 Cfa anziché 610 al litro! La prima parte della strada è una bella pista di terra rossa in mezzo ad una vegetazione tipo savana, la seconda per fortuna è una bella strada asfaltata. Senza grossi problemi arriviamo ad Yagua verso le 12 ed è quasi il deserto. Fa un bel caldo secco  e c'è pure l'Armatan, il vento del deserto, cerchiamo di capire come si svolgerà il festival ma le informazioni sono ancora confuse. I Griot, i cantastorie, sono in attesa all'ombra di una tettoia. Facciamo un giro per il mercato e mangiamo della buona carne arrostita sulla griglia. Cazzeggio per il paese in attesa che succeda qualcosa. Yagua è una piccola cittadina con le strade di sabbia al confine col Ciad bagnata dal fiume Logon che fa da confine naturale tra i due paesi. Assistiamo al furto delle scarpe di un vecchio Griot che se ne accorge e corre dietro al ladro, con grande partecipazione dei bambini del villaggio, acciuffandolo. Arriva anche la polizia, che dopo qualche sonoro scappellotto si porta via l’incauto ladruncolo.  Verso le 17 inizia il festival con una gara di tiro con l'arco trar gli uomini Peul. C'è tantissima gente tutta raccolta nel capo da calcio del paese e l’organizzazione ha il suo bel da fare a contenerla nei ranghi delImitati per permettere ai concorrenti di eseguire i tiri . Noi ci sediamo in prima fila fra le autortà Peul dei vari paesi, i più importanti, con le mogli arrivano direttamente in auto sul terreno di gara. Il nostro amico Gabriel ci presenta ad alcuni di loro. La gara si svolge rapidamente ed anche se alcuni dei tiratori sono veramente scarsi il pubblico applaude lo stesso entusiasta. Alla fine tutti si dileguano sollevando un gran polverone. Purtroppo non possiamo fermaci ad assistere alle danze tradizionali perché è orma buio e la strada per tornare a Marua è lunga e dissestata. Questa giornata di "attesa" per un evento che poi non abbiamo nemmeno visto ci ha però fatto conoscere ed apprezzare alcune persone del posto come i vecchi Griot, con le loro storie, i tanti bambini curiosi, il venditore di bibite mussulmano, con la fronte segnate dalle numerose genuflessioni che ogni volta che passavamo davanti alla sua bottega aveva sempre una storia da raccontare.
03/11/07
Partiamo per Rhumsiki nella zona denominata Kapsiki "gente della montagna". Il paesaggio che man mano attraversiamo passa dalla savana ai campi di miglio rosso e bianco a quelli di cotone e arachidi. C'è sempre gente sulla strada che percorre tantissimi kilometri per portare anche solo poche  cose al mercato più vicino.  intorno a Rhumsiki il panorama è bellissimo. Verde e pieno di strani spuntoni di roccia che ricordano le montagna americane dei film western. Il villaggio è tranquillo ed è famoso anche per il Sorcier aux crabs, stregone di fama nazionale e non solo. Anche noi andiamo a fargli visita dopo aver sistemato i bagagli all'hotel Tour d'argent 7.000 Cfa a notte senza colazione. Il Sourcier legge il furono attraverso i movimenti di un granchio che viene  chiuso in un otre piena di sabbia e simboli che lui stesso posiziona. Il granchio si muove al buio e quando il Sorcier apre l'otre interpreta i precorso. Ci facciamo predire il futuro ed io decido di farmi fare un grigri, un portafortuna, che mi costerà il sacrificio di un montone e di un pollo per un totale do 11.000 Cfa, mentre l’interpretazione  del granchio costa 1000 Cfa a domanda. Il vecchio, che ha 94 anni,  dice, attraverso Gabriel, visto che parla solo Fufeldè il dialetto della zona, che il montone verrà diviso tra i vecchi saggi e le donne anziane del paese. Il pollo, invece, verrà cucinato per me e lo mangeremo in serata insieme a lui. Facciamo poi una bella passeggiata dal paese al centro della vallata dove abitano gli artigiani ed al ritorno ci fermiamo in vari punti per ammirare il paesaggio e le colline che segnano il confine con la Nigeria. Confine che viene attraversato quasi tutte le sere dai contrabbandieri che con i muli vanno ad acquistare quelle merci che in Cameroun hanno prezzi troppo alti per i locali. Facciamo, poi, amicizia con alcuni bambini del villaggio che  ci raccontano, in francese, le loro storie. Per strada mangiamo degli spiedini di carne e della frutta. La domenica qui c'è un  bel mercato che è più che altro un luogo d'incontro tra le genti che vivono sui 2 confini. Infatti parte del mercato è una sorta di "salotto" all'aperto dove si vende e beve la birra di miglio calda e si chiacchiera all'ombra di tettoie fatte di frasche, la temperatura supera i 40°!
Al calar della sera il sorcier ci manda a chiamare per mangiare il pollo sacrificato. Arriviamo alla sua povera casa percorrendo le strade buie del paese, di notte solo le grandi città hanno un po' di illuminazione. Davanti alla sua casa ci aspettano un "notabile", sua nipote che ha cucinato il pollo ed il  bambino che ci è venuto a chiamare. Delle pietre vengono posate intorno a due contenitori di terracotta uno, con il pollo cotto in un sugo di pomodoro, l'altro con quello che loro chiamano couscous ma che è della polenta di mais e miglio. Il sorcier mi lava le mani con dell'acqua presa da una calabassa, ciotola ricavata da una zucca, e mi da un bel pezzo di polenta, poi anche gli altri si lavano le mani e prendono la polenta mentre io inizio ad intingerla nel sugo del pollo e la assaggio. Mangiare al buio e con le mani una cosa liquida non è molto facile ma ci riesco e quello che assaggio è davvero molto buono. Gli altri mi imitano ed in silenzio continuiamo ad intingere la polenta nel sugo e a mangiarla fino a quando il sorcier mi dice che posso mangiare la carne. Scelgo un pezzo e di seguito anche gli altri poi lui inizia a parlare con la sua voce stanca. Mi dice cose bene augurali e mi da una specie di "benedizione" sputandomi, anzi, spruzzandomi addosso dell'acqua dalle bocca cosa che non mi aspettavo e che mi  lascia un po' stupita. Alla fine di tutto mi da il mio grigri, un piccolo manufatto, un ciondolo in pelle di iguana che racchiude erbe e radici, che devo sempre portare addosso e mai bagnare. ringraziiamo e salutiamo stringendo le lunghe ed ossute mani di quest’uomo che ci trasmette serenità e pace.
5/11/07
Oggi da Ruhmsiki a Maga fino a Pouss. La strada fino a Marua è la stessa fatta all'andata, un po' di asfalto e un po' di terra battuta man mano che scendiamo, Ruhmsiki è a 1100 mt d'altezza, il caldo si fa sentire di più. da Marua un altro pezzo di asfalto e poi solo pista! Arriviamo a Maga impolverati fin nelle ossa, abbronzati di terra rossa. L'albergo scelto, il meno caro a 7.500 Cfa , ma in realtà ce ne sono solo 2! è un vero disastro. Ha l'impianto idraulico rotto e così ci fanno lo sconto di 500 Cfa e ci portano due secchi di acqua di pozzo x lavarci. In questo posto c'è un lago artificiale ed in estate la malaria fa molte vittime. La guida ci propone di noleggiare una piroga a motore con 30.000 Cfa per andare a vedere gli ippopotami ed un villaggio di pescatori, ma dato che gli ippopotami li abbiamo già  visti in altri viaggi e che 30.000 Cfa sono ben 45 euro, per una gita di un paio d'ore, rinunciamo e passiamo il pomeriggio a riposare. Fuori ci saranno 45°! Il caldo, anche se secco è.... caldo. Le persone che abbiamo conosciuto fin qui sono gentili, i bimbi ci prendono in giro chiamandoci "Nasara" cioè bianco. Ci vogliono toccare, darci la mano ma sono intimiditi hanno quasi paura. In molti ci salutano e cercano un pretesto per fare conversazione. Anche la nostra guida, Gabriel è una persona squisita, intelligente, attenta ai nostri bisogni, puntuale e discreta quasi una rarità e non solo in questa parte del mondo! Prima di andare al mercato di Pouss passiamo sulle rive del fiume Logon, confine naturale col Ciad. Tantissime donne stanno contrattando l'acquisto di pesce e miglio. Fanno gli affari prima che la merce arrivi al mercato così spuntano prezzi migliori. Molte piroghe discendono il fiume cariche di merci e persone. Le donne puliscono il pesce, che poi verrà messo a seccare, con abilità consumata è affascinante vederle ripetere gli stessi genti infinite volte. Proseguiamo lungo il fiume fino ad una specie di accampamento, Gabriel ci spiega che sono nomadi della pesca, si spostano a seconda della quantità di pesce che si trova nel fiume fino al lago Ciad. Hanno  poche cose, dei tappeti  di giunco per dormire e mangiare, 4 remi piantati nel terreno delimitano la loro povera casa e vengono usati per porvi sopra dei teli e zanzariere come copertura e protezione del sole e delle zanzare. La cucina è comune ed è stata  ricavata scavando un po' il terreno e ricoprendolo con della legna sulla quale sono poste delle pentole. Vedere come riescono a vivere certe persone mi lascia sempre senza  parole. Il mercato di Pouss è immenso diviso per aree merceologiche. Sotto un grande albero si svolgono le contrattazioni per la compra vendita del bestiame. Si possono fare dei buoni affari nella zona delle reti da pesca usate così come nella zona  dell'abbigliamento usato  proveniente dall'estero. La frutta e la verdura si comprano a "corpo" 5 guiava costano 100 Cfa, come 10 banane, 10 patate dolci 500 Cfa, stesso prezzo per 5 pezzi di igname. Il riso, come il miglio viene venduto a ciotole di varie misure, la più grande arriva a circa un kg e 1/2. Non esistono bilance in questi mercati ma solo misure codificate e quantità. Compriamo un po' di frutta e un paio di occhiali, che costano l'equivalente di un euro e poi partiamo per Marua, un paio d'ore di polvere e caldo ci aspettano prima di una bella doccia alla missione. All’inizio di questo giro abbiamo deciso, con Gabriel, di non andare a visitare il parco di Waza, molto più a nord perché, a causa della troppa acqua a loro disposizione in questo periodo, avremmo poca possibilità di vedere gli animali, leoni, giraffe, gazzelle etc, che risiedono in questo parco per contro sarebbe una gran sfacchinata arrivarci, circa 3 giorni di viaggio faticoso su terra battuta. Rientrando a Marua ci fermiamo a visitare all'ultima casa Mousgoums rimasta vicino a Pouss, 1.000 cfa, esempio di dell'architettura di quest'etnia di persone di statura molto alta, in media 1,80 mt. che ormai a causa della complessità del tipo di costruzione non si fanno più. Questa è stata ricostruita 12 anni fa grazie ad una cooperazione belga perché non andasse perso questo tipo di abitazione.  La sera del rientro a Marua Gabriel ci invita inaspettatamente a cena a casa sua. Prima però facciamo un giro per la tennerie, la conceria a cielo aperto della città, che si trova su una sponda del fiume. Un posto puzzolente ed un po' inquietante con le sue tante vasche scavate nell'argilla e piene di pelli di ogni sorta di animale a mollo in acque color fango con uomini inginocchiati intorno sotto un sole cocente a rimestarle, strizzarle, sbatterle. La visita costa 1000 Cfa a testa. Giro veloce per il mercato di Marua che è piuttosto grande ed ha anche una parte dedicata all'artigianato, dove però vanno a comprare i locali. Non trovando le stoffe che cerco acquistiamo solo della frutta, non senza contrattare.
La casa della nostra guida è all'interno di un grande cortile su cui si affacciano diverse abitazioni che sono formate da 1 o 2 stanze. La parte di cortile  davanti alla casa è in sabbia su cui sono state stese due grandi stuoie dove ci siederemo per cenare. La cucina è composta da pochi mattoni poggiati al muro di cinta con sotto dei pezzi di legna e sopra una griglia su cui sono sistemate le pentole. Dopo che ci siamo seduti per terra ci viene offerta una calabassa  con dell'acqua per lavarci le mani. Nel piatto ci viene messo un po' di couscous di mais e miglio ed un po' di carne con del sugo a base di erbette. Il tutto da mangiare con le mani. Il cibo è buono, forse un pò poco visto che siamo in 5 adulti a mangiare, e la compagnia è piacevole. La moglie di Gabriel che ha solo 20 anni ed ha già una figlia di 6, mi regala un vasetto di arachidi tostate da lei mentre mi confessa il suo desiderio di lavorare come sarta per rendersi un po' indipendente dal marito, però non hanno ancora abbastanza soldi per comperare una macchina da cucire.
07/11/07
All'alba delle 6 inizia il nostro viaggio di ritorno verso Douala. Bus Marua - N'gaundorè 8 ore più treno N'dorè - Yaundè più bus Yaundè - Douala. Alla stazine di N 'dorè ritroviamo la simpatica Mirelle che, come promesso, ci ha riservato le cuccette sul treno. Le diamo i soldi, 56.000 Cfa, e senza fare code ci porta i biglietti. Passiamo con lei il tempo di attesa prima della partenza. Ci presenta le due sue sorelle ed un funzionario della Camrail che ha i figli in Italia così chiacchierando si fa l'ora di partire. Il viaggio di ritorno è senza intoppi, ed arriviamo a Youndè alle 10.  Prendiamo quindi  il bus difronte alla stazione ed alle 14 siamo a Douala. Molto bella la parte del viaggio nella zona montagnosa che arriva fino a 1.300 mt. Pomeriggio al cazeggio  con Patrik ed i suoi amici per organizzare il giro verso l'est del paese per visitare le Chefferie. In un primo tempo pensavamo di poterlo fare con un 'auto a noleggio ma poi visti i costi e le complicazioni decidiamo di farlo in bus. Patrik insiste molto per accompagnarci, cosa che da un lato ci fa piacere ma da un altro ci preoccupa vista la sua scarsa attitudine ai viaggi.
09/11/07
Al mattino presto cerchiamo un bus per partire per Founbam, ma pare che la maggior parte parta di sera percui aspettiamo che il bus si riempia. Mai come in Africa il concetto di tempo è così astratto e privo di significato. Dall’orario di partenza ci vogliono poi 5 ore di viaggio  per arrivare a Founbam. Il paesaggio, molto bello, è un susseguirsi di bananeti, piantagioni di ananas e alberi della gomma. La strada è ben asfaltata ed è un continuo sali scendi. Arriviamo fino ad un altezza di 1.800 mt.dove l'aria si fa più fresca. Founbam è un villaggio a 1.500 mt.sparso su varie collinette. Le case sono tute di mattoni a differenza del nord dove sono esclusivamente di fango e paglia. Le più povere sono di fango e legno a strati alternati ed i tetti sono ormai quasi  tutti di lamiera, meno ecologici ma più duraturi. Un amico di Patrik ci viene a prendere alla stazione dei bus per portarci alla missione cattolica dove vorremmo dormire ma, la sistemazione, per 4.000 Cfa a testa è veramente troppo basic e squallida. Così optiamo per il  motel complete  Adi, che non ha l'acqua corrente ma solo dei secchi con acqua di pozzo ma per una notte ci accontentiamo per 7.000 Cfa.... Patrik, invece dormirà a casa di sua madre. Facciamo subito un giro per  il mercato fino al grande tamburo usato in passato per richiamare gli uomini di tutti i villaggi  Bamoun a prepararsi alla guerra. Intorno bancarelle di amuleti, feticci e rimedi della medicina tradizionale. Poco più avanti c'è l'ingresso del palazzo del sultano. Nel cortile una grande statua di un sultano a cavallo e sui muri che lo delimitano sono disegnate le facce dei 19 sultani della dinastia con le date di regno e scene di antiche battaglie. Qui nei primi del '900 sono arrivati i tedeschi, sconfitti poi dai francesi negli anni '30. È ormai buio e ci prepariamo per andare a cena dalla mamma di Patrik . La signora vive in una bella casa  un po' fuori dal centro in mezzo ad una bella vegetazione, per arrivarci al buio col solo aiuto della pila, è un po' un'avventura visto che il sentiero, di terra argillosa, è  stretto, tortuoso  e pieno di buche. Con qualche difficoltà arriviamo. La cena è tradizionale couscous di polenta di mais bianco verdure tipo biete-erbette con arachidi, che si chiama ‘ndorè e pollo col sugo. Questo è il pasto tipico del Cameroun che si mangia con le mani, ed infatti non manca sulla tavola la ciotola dell'acqua per lavarsele prima e dopo. È tutto molto buono, sono colpita dal gusto delle verdure e mi faccio dare la ricetta dalla signora ripromettendomi di farla a casa. Durante la cena un sacco di parenti di Patrik vengono a salutarci. Il tutto, però, dura poco non c'è l'abitudine di stare molto a tavola. Poi seguiamo Patrik che deve recarsi a fare le condoglianze ad una famiglia di conoscenti. Così ci ritroviamo a seguire un pezzo di veglia funebre di rito evangelico. Davanti alla casa del defunto ed intorno alla sua bara sono sedute decine di persone che cantano inni religiosi in francese ed in dialetto Baumun. Lo faranno per tutta la notte. Noi restiamo per poco, perchè dobbiamo andare alla festa per l'insediamento del sindaco a cui parteciperà anche l'ambasciatore italiano. Arriviamo che lo spettacolo di danze e musiche tradizionali è già iniziato e facendoci largo tra la folla riusciamo a raggiungere un ottimo posto vicino sotto al palco da cui facciamo un po' di foto. Lo spettacolo è interessante, infatti si susseguono sul palco diverso gruppi locali in questo modo ci rifacciamo di quello perso a Yagua . Alla fine dello spettacolo decidiamo di raggiungere l'ambasciatore e la moglie per salutarli così scambiamo due parole con loro ma anche con il sindaco e la sua simpatica moglie il cui nonno era italiano!
10/11/07
La mattina è dedicata alla visita dei 2 musei della cultura Bamoun uno creato dal comune, non molto grande ma ben fatto con una signora molto gentile che ci fornisce un sacco di informazioni  l'altro, invece, fa parte del palazzo del Sultano. Il Sultano è un'autortà parallela a quella governativa è il re dell’etnia Bamoun,  amministra la giustizia tradizionale ed è riconosciuto dallo stato. Questo museo più grande e contiene molte vestigia dei passati sultani peccato la guida svogliata e distratta. Vediamo anche il Sultano seduto di fronte all'entrata del palazzo mentre riceve i sudditi ma anche i turisti che hanno chiesto per tempo udienza. Il cortile è pieno di gente in attesa. Noi ci accontentiamo di andare a salutare la regina, una delle tante, che è cugina di Patrik e la troviamo in cucina nell'atto poco regale di  tostare le arachidi. La cucina è quella  tradizionale  4 mattoni dei pezzi di legno con un  pentolone annerito sopra, niente di più. Facciamo anche giro degli artigiani che qui sono i migliori del paese in grado anche di riprodurre manufatti di tutti gli altri paesi africani. Andiamo, infine , nell'atelier di Souliman, amico di Patrik che ci fa vedere le varie fasi di lavorazione delle maschere e ne compriamo alcune, non senza contrattare, naturalmente!
Nel pomeriggio siamo a Bafousam, dove ci aspetta uno zio di Patrik . Lasciamo i bagagli all'hotel Federal dopo aver trattato sul prezzo da 10.000 a 8.000 Cfa e poi andiamo a visitare la chefferie, sorta di grande villaggio all'interno della città, retta da uno Chef che è il proprietario della terra e capo del popolo. Egli vive al suo interno, le chefferie sono racchiuse da mura o palizzate ed hanno ingressi imponenti,  ed amministra la giustizia tradizionale dell'etnia Bmilekè. L'ingresso più visita guidata costa 2.500 Cfa a testa più 1.000 per le foto. La guida ci porta in giro per la Chefferie per un'oretta dandoci tutte le spiegazioni richieste. È un tipo simpatico. Le costruzioni per le riunioni "grandi case"sono in legno scolpito e tronchi di bambù legati insieme, i tetti, una volta di paglia ora, purtroppo, sono di lamiera, perché danno meno problemi di manutenzione. Visita certamente interessante che ci permette di conoscere un altro aspetto di questo paese. Cena con un pesce a testa acquistato davanti ad un bar dove ci sediamo per bere 2 delle numerose varietà di birre che ci sono qui. Ovviamente il cibo si mangia con le mani. Spendiamo, in tutto  4.500 Cfa per 2 birre e 2 bei pesci.
11/11/07
Visita alla Chefferie di Bangjoung. Niente di particolare, meno grande ed interessante rispetto alla precedente. Ha solo una "grande casa" ricostruita, tra l'altro da poco, dopo un incendio. Interessante, invece, il museo annesso, ben ambientato con poche ma   significative cose e realizzato con fondi italiani. Ma il prezzo del biglietto 2.000 cfa più 1.000 per le foto è un po' tanto. Dopo lunghe trattative troviamo un taxi che ci porta al lago Baleng anche se l’autista non sapeva  dove si trovava. La strada si rivela un sentiero di terra rossa molle e pieno di buche a causa delle piogge notturne. E’ difficoltoso da percorrere ma riusciamo ad arrivare al lago che è piccolo e si è formato dalla depressione di un cratere vulcanico. Il paesaggio è molto bello ma per niente sfruttato. E’ stata costruita una scalinata per potervi arrivare più agevolmente ma ormai è in totale stato di abbandono. Anche arrivare alla cascata, di cui abbiamo letto, è un'impresa.  Il taxista fa mille storie anche se poi si rivela più semplice perché è sulla strada che porta all'aeroporto, ma lui non l’aveva mai notata! La cascata non è molto alta ma la gran quantità d'acqua che scarica la rende impressionante. Infatti i nostri amici restano letteralmente a bocca aperta.
12/11/07
finito il giro dell'ovest ritorniamo Douala per poi ripartire per Limbè, sul mare, dove arriviamo ormai che è tardo pomeriggio. Da Douala si prende un minibus fino a Mutengene poi un taxi fino a Limbè. Già sul minibus sentiamo parlare uno strano inglese. Infatti la provincia del sud ovest è zona anglofona ed anche se sono bilingui qui preferiscono parlare inglese, un inglese abbastanza incomprensibile a dire il vero. Ci fermiamo all'hotel Park hotel Miramar, sul mare vicino al giardino botanico e concordiamo il prezzo della stanza a 18.000 Cfa con colazione. La stanza è un boungalow discreto circondato da piante. Cena con il solito pesce alla griglia con birra fresca al porto dei pescatori , down beach, dove ci sono una serie di chioschi in cui viene grigliato il pesce ed altri che servono solo le bibite.
13/11/07
Durante la colazione, un po' scarsa per la verità per i 2.500 Cfa che costa, conosciamo Maria, una signora veneta che è venuta per dare una mano in un orfanotrofio a pochi km da Limbè ma che le cose non sono andate proprio come dovevano. Ci racconta un po' la sua storia e poi ci invita ad accompagnarla nella sua visita quotidiana all'orfanotrofio. Accettiamo di buon grado e così andiamo a conoscere una trentina di bambini dai pochi mesi ai 20 anni e le persone che si occupano di loro. Purtroppo la struttura non ha né luce né acqua corrente come non ce l'ha, del resto, il villaggio che sorge nelle vicinanze. L'acqua potabile viene presa da una fontana fuori dall'abitato e per lavarsi c'è il fiume che scorre lì vicino. Certo da noi un orfanotrofio in queste condizioni sarebbe impensabile ma qui è più che normale. C'è comunque un progetto spagnolo per costruirne uno con tutti i servizi, ma non si sa quando.
14/11/07
Giornata in giro con un taxi contattato in precedenza, fino a Buea, dove inizia il monte Cameroun ma il tempo brutto non ci permette di vedere granchè. Il panorama è comunque bello. Palme e una ricca vegetazione ci tengono compagnia durante il viaggio. A Buea ci sono molte abitazioni lasciate dai tedeschi che le avevano costruite durante la loro dominazione nel 1910 e fanno una strana impressione in questo contesto tropicale. Il tempo migliora e ne approfittiamo per farci accompagnare in una delle spiagge più belle di questa zona. Qui la sabbia è nera a causa delle eruzioni del monte Cameroun. Facciamo anche il bagno nell'atlantico che si rivela più caldo del previsto. Giornata molto piacevole spesi 15.000 Cfa per il taxi tutto il giorno. Rientriamo a Limbè e ce la giriamo un po’. Non è niente di particolare però è molto pulita e si respira un'aria molto english, sembra quasi di essere in un altro stato.
14/11/07
Approfittiamo dell'auto di Maria ed arriviamo fino ad Idenau che è l'ultimo villaggio del Cameroun da cui partono i traghetti per la Nigeria e qui vediamo l'arrivo di molte barche cariche di pesce. L'attività è frenetica. Il pesce viene portato agli affumicatoi e ai congelatori per poi essere smistato nel resto del paese. Anche questa gita si rivela interessante perché ci permette di vedere ancora un pezzo di questo bellissimo paese. Ceniamo insieme a Maria, che saluteremo il giorno dopo, nel solito posto dei chioschi di cui ormai siamo habitueè.
16/11/07
Si torna a Douala a recuperare le cose lasciate a casa di Patrik. Un giro al mercato dei fiori/artigianato per gli ultimi acquisti un’ultima scorpacciata di pesce e poi i saluti a Patrik ed ai suoi parenti ed amici che ci hanno tenuto compagnia ed aiutato in questi giorni africani,
prima di correre all’aeroporto.

Notizie pratiche

Il Cameroun, come spesso accade in Africa è un paese caro per quello che offre. Il cambio è 1 € = 655 CFA.
Il costo degli hotel basic, fatiscenti e spesso senz’acqua corrente è sui 7000 CFA, senza colazione.
Si mangia per strada con 5.000 CFA, in due, bevande comprese, solitamente un pesce alla griglia o della carne arrostita. In questi posti non ci sono mai le posate e il pane lo si compra in boulagerie.
Il treno, carrozza con 2 letti a castello, per N’gandorè 56.000 CFA per due persone a tratta.
I bus, a seconda del tragitto, dai 4.000 CFA in su
Il noleggio di un’auto dipende dalla bravura nel contrattare è tra gli 8.000 ai 10.000 CFA al giorno.
Le guide chiedono 5.000 CFA al giorno, si aggiustano loro per mangiare e dormire.

VIRNA